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Alessandro Gazzi a TN Radio: “Al Toro ho vissuto momenti bellissimi. Su Cairo…”

Alessandro Gazzi a TN Radio: “Al Toro ho vissuto momenti bellissimi. Su Cairo…” - immagine 1
TN Radio, ep. 213: una chiacchierata sul Toro con Alessandro Gazzi. Aneddoti e racconti dell'ex centrocampista granata. Per l'intervista completa riguardate la puntata di TN Radio, link in fondo all'articolo
Davide Bonsignore

Nell'episodio 213 di TN Radio, andato in onda martedì 4 febbraio 2025, Alessandro Gazzi ha dialogato con TN Radio a proposito della situazione del Toro. Non sono mancati aneddoti e racconti dei momenti vissuti in granata dall'ex centrocampista. Di seguito alcuni estratti dall'episodio, che potete riguardare in versione integrale dal link in fondo all'articolo.

Sul Toro di adesso

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Partiamo dall'attualità, cosa ne pensi di questo mercato? "I movimenti di gennaio credo siano a livello generale dei movimenti per integrare qualche lacuna che può esserci in rosa, cercare di mettere un po' di ordine su alcuni aspetti che hanno visto che c'è da migliorare. Sono tutti profili che si possono inserire bene nel contesto, e dovranno dimostrare tutto. A me è capitato di subentrare a gennaio in una nuova squadra, è sempre un po' particolare. Dipende tanto dalle motivazioni che un giocatore ha, da come si integra". 

Come vedi Vanoli a livello di temperamento? Ti sembra un trascinatore? "Per certi versi mi sembra di sì. L'anno scorso l'ho incontrato come avversario, quando stavo a Salò e lui a Venezia. Non l'ho conosciuto personalmente ma la sensazione è quella che sia carismatico, che si faccia voler bene dai suoi calciatori, e credo che per certi versi si identifichi un po' anche nell'ambiente Toro. Sono passati sei mesi e quindi ha avuto modo di adattarsi, ma ha una grande esperienza alle spalle, al di là del fatto che abbia collaborato con grandi allenatori come Conte. Credo che quest'esperienza si identifichi anche nel modo in cui gioca, personalmente l'anno scorso quando vedevo giocare il Venezia si vedeva un certo tipo di calcio". 

Sul suo Toro

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Tu hai vissuto un periodo importante al Torino, uno dei più alti negli ultimi vent'anni... "Sono stati momenti bellissimi, spero che vengano vissuti ancora. Sono passati dieci anni ma io me li ricordo ancora come se fosse ieri, sono stati indimenticabili. Si viveva sull'entusiasmo, sulla voglia di far bene. C'erano ragazzi come me e Vives che erano consapevoli di indossare una maglia importante e che era il massimo che potessero ottenere, altri che erano in rampa di lancio come Darmian, D'Ambrosio, Kamil Glik...quindi era il mix giusto per raggiungere determinati risultati e creare quell'amalgama giusta nello spogliatoio".

Sei stato anche titolare in una partita piuttosto importante: Torino-Juventus 2-1. "Sì, ero estremamente contento. Ma ero ancora più contento per le partite con l'Athletic Bilbao e quella in casa con lo Zenit. Noi nel derby tenevamo a fare benissimo, tant'è che poi vincemmo 2 a 1, la Juve prese 3 pali...la partita fu bella anche perché abbiamo dovuto soffrire fino alla fine. Però per quell'anno ricordo con maggiori emozioni la partita di Bilbao e quella contro lo Zenit in casa, quella è stata bellissima".

Un periodo diverso, rispetto ai tempi di contestazione di oggi. Con il presidente Cairo che rapporto avevi? Da calciatore ti sembrava un presidente che aveva voglia di investire nel progetto? "Sicuramente il presidente ogni volta che veniva dimostrava il suo attaccamento e la sua voglia di stupire. Personalmente con il presidente, quando ci parlavo, siccome sono appassionato di cinema e televisione, più che altro gli chiedevo come stava andando Crozza, in modo simpatico, per sdrammatizzare e farlo parlare non di calcio. Era un modo per entrare un po' in sintonia. Sicuramente le volte che veniva dimostrava di essere ambizioso e di voler fare bene, tant'è che in quel periodo le cose funzionavano". 

Sulle emozioni del Toro

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Quanta differenza fa avere un ambiente caldo, come poteva essere la Maratona per te all'epoca? "Dipende dalla partita, dalle aspettative, dalle emozioni. Io ricordo la prima volta che giocai a Torino, era una partita di Coppa Italia contro il Lecce, ad agosto. Era la prima volta per me nello stadio del Torino, conoscendo tutta la storia ed essendo appena arrivato, sentivo questa tensione. Percepivo che l'ambiente era particolare, dovevo cercare mentalmente di trovarmi nelle coordinate emotive che descriveva. Poi nel corso degli anni ci sono stati dei momenti bellissimi e momenti dove ci fu anche qualche fischio, quelli chiaramente fanno parte del gioco, bisogna saperli accettare. A volte non ti fanno effetto, altre volte quando sbagli un passaggio e senti i fischi ti condizionano". 

Che tipo di emozioni hai provato nell'esperienza che vivevi a Superga ogni 4 maggio? "Estremamente toccante. Quando vai a Superga ti rendi conto di tutta la storia e la cultura granata che ha inciso sull'emotività dei tifosi e che contraddistingue questo club. Mi ricorderò sempre la marea di gente che c'è stata soprattutto nel 2014/2015, anche l'anno prima, sempre presente. Questa cosa rende un po' l'idea dell'importanza della storia del club e di quanto sia importante trasmetterla ai giocatori, che comunque la sentono, perché quando arrivano qua percepiscono l'importanza della storia, e a tutti coloro che seguono il Toro". 

Per l’intervista completa, andate a guardare l’ultimo episodio di TN Radio!

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