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Fontana (Corriere di Verona) a TN Radio: “Suslov assenza pesante, Hellas attendista”

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Il punto sui prossimi avversari del Toro: conosciamo tutti i segreti dell'Hellas grazie a chi lo segue sempre da vicino
Davide Bonsignore

Già vivendo un ottimo periodo di forma, adesso si pone davanti ai granata un'altra sfida alla portata. Il Torino di Paolo Vanoli nell'ultima giornata è riuscito ad acciuffare un preziosissimo pareggio in casa della Lazio. Ancora una volta l'uomo della provvidenza è stato Gineitis, che sta vivendo un bel momento di crescita. Domenica 6 aprile alle 15:00 arriva sul campo dell'Olimpico Grande Torino l'Hellas Verona di Zanetti. I gialloblù si trovano in una situazione abbastanza tranquilla, quattordicesimi a 7 punti di distanza dalla zona pericolosa. Analizziamo i punti di debolezza e di forza e in generale la situazione del Verona grazie a chi lo segue ogni giorno da vicino. Si tratta di Matteo Fontana, giornalista del Corriere di Verona, intervistato nel corso dell'ultima puntata di TN Radio, podcast settimanale in onda ogni martedì sera: lo ringraziamo per averci introdotto la gara dal punto di vista dei veneti.

Buonasera Matteo, in che stato di forma arriva il Verona alla partita in casa dei granata? "A livello psicologico è una squadra che si presenterà a Torino con la spinta di un periodo favorevole, dopo aver staccato la concorrenza. Poi si sono create determinate certezze grazie al lavoro di Paolo Zanetti, con un Verona più solido, che concede meno e subisce meno gol. Per la prima volta l'Hellas non ha subito reti per due gare di fila. Dal punto di vista fisico, invece, è un Verona tutto da valutare, perché Suslov, che ha saltato il Parma, non ci sarà a Torino e ancora per due o tre settimane a causa di un infortunio muscolare lasciato dagli impegni con la nazionale slovacca. C'è poi in dubbio Niasse; Serdar e Tengesdt sono rientrati lunedì, con quest'ultimo che in due mesi ha giocato 90 minuti e Serdar che, invece, era fuori da due mesi". 

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Il Verona ha gli stessi punti del Como, squadra molto celebrata. Come si spiega questa differenza di considerazione tra le due squadre? "Io sono sempre rimasto convinto, dalla chiusura del mercato estivo, che in realtà questo Verona abbia qualità. Poi c'è un grande capitolo infortuni: il Verona ha perso Serdar - un giocatore cruciale, di qualità, centrocampista completo - per metà stagione; Harroui - giocatore anch'esso di qualità - si è infortunato gravemente al ginocchio, è stato operato e la sua stagione è finita. La squadra ha avuto tantissimi problemi fisici dovuti anche agli impegni con le Nazionali, con giocatori come Duda e Suslov - calciatori di livello internazionale - ma anche Belahyane nella prima parte di stagione. Il Verona naturalmente è una squadra che lotta per la salvezza, però non è così poco qualitativa come si è voluto far credere: è stata costruita con attenzione, seppur con tutti i limiti economici di una proprietà che nel frattempo è cambiata. Poi il raffronto con il Como lascia il tempo che trova, perché ognuno fa con quello che ha, e il Como ha molto. Forse il Verona per circa metà stagione ha cercato di giocare con un'ambizione che non corrispondeva alle qualità della squadra: da qui tanti gol subiti, una certa fragilità dettata dal pensare di essere qualcosa che il Verona non era. Anche Zanetti dopo la partita con il Parma ha fatto una disamina precisa di quello che non è andato: da qualche mese a questa parte ha capito i propri limiti e ha agito di conseguenza, anche dal punto di vista tattico. Tant'è che il Verona, seppure ora vada meglio, rimane la squadra che ha preso più gol e con la peggior differenza reti". 

Quali sono i punti di forza e di debolezza che il Torino deve aspettarsi dal Verona? "Al netto di quello che è accaduto contro il Parma, che era uno scontro diretto e quindi c'è stato equilibrio, nelle precedenti gare il Verona contro squadre del livello del Torino ha fatto partite di grande attesa, con aggressività ma senza prendersi rischi, stando accorto nell'aspettare l'avversario. Il Torino è una formazione in buona condizione e in fiducia, quindi sarà un Verona attendista che cercherà di colpire in contropiede. Anche perché queste sono le caratteristiche che sono state ritagliate intorno all'Hellas. Paolo Zanetti è un allenatore che vorrebbe essere "giochista", ma ora si è fatto anche lui arcigno, ed è un segno di maturazione anche per il tecnico. Senza dubbio c'è stato anche un dialogo con il direttore sportivo che è molto votato al confronto con i tecnici per farli anche ragione su quello che serve e quello che va variato. Credo che Zanetti abbia saldato questo connubio con Sogliano, abbia compreso le soluzioni che il Verona non poteva permettersi. Quindi mi aspetto un Verona che andrà a Torino coperto, abbottonato ma con quelle capacità di ribaltare l'azione e di proporsi che ha avuto in questo periodo. Al netto, ripeto, di un'assenza pesante come quella di Suslov". 

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Parlando di un ex Verona attualmente in forza al Toro, che ricordo ha di Ilic? Si aspettava questa involuzione? "Argomento complesso, la domanda è appropriata: Ilic è uno di quei talenti di cui si può discutere a lungo senza arrivare ad una risposta. Arrivò a Verona nei campionati segnati dalla pandemia, fu una scelta valutata insieme tra Juric e Tony D'Amico, allora ds dell'Hellas, ora all'Atalanta. Doveva essere il futuro della regia e della conduzione tecnica dell'Hellas, perché all'epoca c'era Miguel Veloso che volgeva verso la chiusura della propria attività professionistica. Ilic allora aveva 19 anni ed era un talento straordinario. Però da lì ha avuto una crescita sempre difficoltosa, al Torino l'ha voluto fortemente Ivan Juric e Urbano Cairo ha speso molto per accontentare il suo allenatore di allora. Al momento sembra anche finito ai margini del progetto Toro, non ha inciso come ci si aspettava. Cos'è mancato va chiesto a lui, a chi l'ha allenato e alla dirigenza che l'ha seguito. Aveva un grande potenziale, solo che gli anni passano e passa anche questo potenziale nel frattempo". 

All'andata il Torino, ancora forte di Zapata, ha vinto 2 a 3 a Verona. Che partita si aspetta rispetto a quella gara? "Credo che l'atteggiamento del Verona sarà attendista, come ho detto. Questo non vuol dire che staranno tutti dietro, è una squadra che comunque fa dell'aggressività uno strumento. Però concede il possesso palla, si compatta. Sono passati diversi mesi, era un Torino diverso, incentrato su Duvan. Nel frattempo è stato bravo Vanoli ad intervenire e sistemare la situazione. Anche il Verona è cambiato per necessità. Sono due squadre diverse. Però mi sento di poter dire che entrambe hanno ricostruito un'identità che ha portato esito favorevole per il Torino -  sicuramente con il rammarico che potesse essere una stagione migliore con Zapata - mentre per il Verona con la capacità di aver compreso fin dove poteva arrivare. Sono quasi dei tragitti opposti, che hanno portato il Torino a fare, per me, una buona annata - che poteva anche essere di più - e per il Verona, invece, può essere che ci fosse la convinzione di potersela giocare in maniera più spumeggiante e invece si è compreso che non era tempo per le bollicine e invece di prendersi qualcosa di più pratico e muoversi di conseguenza. Sarà una partita interessante con due allenatori che hanno idee. Paolo Vanoli per altro ha lasciato all'Hellas dei bei ricordi di quando correva sulla fascia sinistra. Poi lui è un veronese acquisito, perché poi la sua vita l'ha condotta tanto qui a Verona anche a livello familiare. Questa partita ci potrà dire di questi progetti per queste squadre che hanno variato le linee iniziali per diverse ragioni e che hanno però dato complessivamente delle risposte favorevoli". 

 

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