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Nell'episodio 203 di TN Radio, andato in diretta martedì 12 novembre 2024, Nicola Gallo, corrispondente in Radio Sportiva, ha parlato così riguardo alla situazione del Torino, trattando varie tematiche.
Prima abbiamo citato dei numeri tristissimi: questo è il 24esimo derby perso su 31 nell’era Cairo. Come hai visto questo derby e come l’hai visto negli anni? “Un anno fa, in occasione del Giro d’Italia, che arrivava qualche giorno dopo il derby perso allo Stadium per 2 a 0, ho chiesto a Cairo riguardo a questi numeri nei derby. La sua risposta è stata “Non è che chi c’era prima di me i derby li vinceva”. Falso. Prima di Urbano Cairo la media di vittorie della Juventus era del 38%, ora 77%, che è il doppio. […] Sono dati inquietanti quelli nei derby, che mettono il Torino in una posizione inferiore rispetto alle spagnole nei confronti del Barcellona, per esempio”.
Poi il Torino in questi anni di Cairo ha vissuto un periodo fattibile a riguardo: nei 3 anni di Juric si è scontrata con una Juventus ampiamente battibile, non ai livelli del Torino ma neanche a quelli della Juventus dei 9 scudetti consecutivi, no? “Sì, ma senza lasciarsi andare a retoriche o complotti, di fronte a numeri del genere, pensando che il Torino di Abedì Pelè batteva Baggio, Del Piero, Vialli, come minimo, nella migliore delle ipotesi, questa nuova società non ha mai fatto capire ai giocatori che questa è una partita diversa. Io credo che la Juve affronti i derby come vanno affrontati, consapevole di affrontare una squadra meno forte ma non con presunzione, non con leggerezza. La Juve sa che il Toro non è una piccola, non è da affrontare come una piccola. […] Poi c’è stato un forte peggioramento delle prestazioni, con Ventura i derby ce li si giocava, ma negli ultimi 5 anni non ce ne sono tanti in cui il Toro se l’è giocata, il pareggio all’Olimpico dell’anno scorso è scandaloso. […] C’è qualcosa che non quadra, e se non vogliamo fare dietrologia, quel qualcosa che non cambia è l’incapacità di questa società di far capire che quella non è una partita normale”.
Noi abbiamo parlato di partite diverse, giocatori diversi e tecnici diversi. Quello che non cambia mai, la costante, è la società. E alla fine, a parte un paio di squilli, si è sempre nella stessa situazione. Quindi, è chiaro che in campo vanno i giocatori, ma bisognerà pur trasmettergli qualcosa, o no? “Io credo che il Torino sia la società meno strutturato del panorama professionistico italiano. In società ci sono poche persone, e la sede è a Milano. Questo è un problema in squadre in cui la propria gente ha un’importanza così rilevante, esempio di questo è il Cagliari di Cellino. Il Torino ha fortemente bisogno della propria gente”.
Però Nicola, ricollegandoci ad un altro argomento, la situazione famiglia di cui hai detto che molte squadre, fra cui il Toro, hanno bisogno, sulla carta potresti averla molto di più con Cairo che con RedBull. “Sì, ma RedBull porterebbe risultati. Bisogna anche prendere atto di una cosa: il calcio in cui il Toro si rispecchia per la gran parte nei tifosi non esiste più. O si fa come quelli del Manchester che hanno fondato un’altra squadra e sono ripartiti dall’ultima divisione, in cui contano i valori e basta, o altrimenti l’unico caso che si avvicina a questa situazione, ad esempio, è l’Athletic Bilbao. Ma per fare un modello del genere bisogna investire e strutturare la società”.
Però se queste cose le sappiamo noi, dopo 20 anni, forse non è che non le sanno in alto, non le vogliono capire. “Ma guardate ad esempio le squadre di Serie A: quante di queste non si sono nemmeno poste l’idea dello stadio di proprietà? Urbano Cairo in 20 anni che è qui ha sempre detto “di questo stadio non me ne frega niente, lo voglio affittare a un prezzo di saldo”, prezzo che quest’anno il comune non è più disposto a garantire”.
Con infortuni e assenze, l’unico obiettivo che ci si deve porre adesso è la salvezza. Ma secondo te, vista la situazione attuale, Vanoli ce la può fare? “Questa squadra non è una squadra che se si dovesse trovare a sgomitare mi ispira molta fiducia. L’anno scorso il Sassuolo, con Berardi infortunato e Laurientè non in forma, è andato a casa. Però se andate a paragonare il sassuolo con le altre, il sassuolo si doveva salvare. Eppure è retrocesso anche con giornate d’anticipo. Questa squadra non mi ispira molto, credo che ci siano 3 o 4 squadre più scarse e quasi condannate, però bisogna vedere”.
Ludergnani sta facendo tanto bene, cosa ne pensi? “Sì, con una squadra sempre vecchia però. L’età media del Toro Primavera è più alta di quella di altri. Tra far giocare un 20enne contro un 18enne c’è differenza, quindi tu sopravvivi, però non è un vivaio che negli ultimi 10 anni, da quando non c’è più Bava, ha raggiunto grossi risultati. E ci sarebbe anche da parlare di come sono stati allontanati Bava e Moreno longo. Nella gestione di Urbano Cairo è stato sfornato un solo giocatore dal vivaio: Alessandro Buongiorno. Poi tutti gli altri giocatori sono stati dei buchi nell’acqua: Parigini, Millico, Edera e Aramu”.
E riguardo al Robaldo, che avevi citato prima? “È pieno di porte (ride, ndr.). I campi sono pressoché finiti, ci sono i lampioni di illuminazione e le panchine. Però non c’è nessuna tribuna, tutta la parte est dove dovrebbe esserci foresteria, palestra e spogliatoi è tabula rasa, terra incolta”.
Insomma, abbiamo analizzato molti punti, tu credi che quindi ci siano diverse situazioni che a questo punto rendono la vendita della società probabile?
Per l’intervista completa, andate a guardare l’ultimo episodio di TN Radio!
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