Nell'episodio 222, andato in onda martedì 8 aprile 2025, Paolo Aghemo ha dialogato con TN Radio a proposito della situazione del Toro. L'analisi della situazione dei granata, con uno sguardo sul campo e una disamina degli aspetti societari per migliorare il club insieme al giornalista di Sky Sport ed ex direttore di Toro News Paolo Aghemo. Di seguito alcuni estratti dall'episodio, che potete riguardare in versione integrale dal link in fondo all'articolo.


TN Radio
Paolo Aghemo a TN Radio: “Cairo non venderà. Bisogna cambiare filosofia”
Paolo Aghemo a TN Radio: "Uno dei primi tempi peggiori degli ultimi anni"
—Buonasera Paolo, nella sua carriera ha avuto modo di acquisire una visione generale sul Toro. Cominciamo con un commento sulla sfida contro il Verona... "È stata una brutta partita, giocata male dal Torino, interpretata male sia a livello di atteggiamento sia a livello tecnico. Tantissimi errori in controtendenza rispetto a questi ultimi tre mesi in cui la squadra aveva giocato bene a livello di prestazione. C'è stato nettamente un passo indietro, una parentesi negativa che ha fatto infuriare Vanoli, giustamente; anche se poi vanno sottolineati i meriti e i progressi che questa squadra ha fatto negli ultimi mesi, pur dovendo inserire giocatori che erano appena arrivati quindi Elmas, Biraghi e Casadei. Parliamo di tre giocatori che sono diventati titolari, quindi un grande lavoro di Vanoli. Però è chiaro che col Verona è stato un brutto pomeriggio, soprattutto perché c'erano 25.000 tifosi allo stadio".
A livello tattico, il Toro ha sofferto l'assenza di Lazaro. Come valuta l'inserimento di Gineitis in quel ruolo? "Gineitis messo a destra è una pezza. Non ci si può aspettare lo stesso lavoro di Lazaro. Lui è un esterno di qualità che prova spesso ad andare sul fondo a crossare. Gineitis è un centrocampista di quantità, molto fisico, che ha un bel sinistro. Quindi sono due ruoli completamente diversi. Lì Gineitis con il sinistro può essere interessante per far sovrapporre l'esterno e spostarsi più in mezzo al campo. Questo è successo a volte nel duetto con Vlasic. Con il Verona però questo non c'è stato, la squadra tutta non ha girato. Negli ultimi anni poche volte il Toro ha giocato così male nel primo tempo. Tanti errori, soprattutto tecnici".
Paolo Aghemo a TN Radio: "Ascoltando Vanoli si può puntare l'Europa"
—Che estate ci si può aspettare dal punto di vista del mercato? Ad esempio, Elmas è in prestito con diritto di riscatto: sarebbe un valore aggiunto riscattarlo... "Sì, sarebbe un grande colpo di mercato. È stato un grande colpo di gennaio. Io stesso avevo dei dubbi sulla sua condizione, sulla funzionalità di questa operazione, perché pensavo che non fosse pronto così presto. Invece, grazie a Vanoli, al lavoro e allo stesso giocatore, che è un grande professionista, e soprattutto con il fatto che arrivava da un'esperienza negativa, perché a Lipsia si trovava male, qua riesce a esprimersi con il calcio, lo spogliatoio, l'allenatore. Ora secondo me è un giocatore da tenere, se il Toro vuole fare il salto di qualità e vuole essere ambizioso. Costa tanto, 17 milioni sono tanti. Se dobbiamo fare riferimento alla filosofia che ha guidato il Torino nelle operazioni di mercato, penso che ci siano poche speranze di riscattarlo. Però se, come credo, un po' è cresciuta anche la voglia e l'ambizione - anche a furia di sentire l'ambiente e i tifosi che fremono, perché c'è una nuova generazione di tifosi che vuole vedere un Toro diverso - io penso che ci sia la possibilità - ma dovranno essere bravissimi Cairo e Vagnati - di riuscire con una trattativa a trovare una soluzione ad un prezzo più basso. Poi il mercato estivo dipenderà molto dalle cessioni, a livello di ricavi. Detto che alcuni giocatori lasceranno il Toro perché si è sfilacciato anche lo stimolo di stare qua, come Tameze o Linetty, il vero giocatore gioiello dal quale ricavare milioni è Samuele Ricci. Se arriva una società con 40 milioni, Ricci va via. Ma è anche giusto che un ragazzo come lui, in Nazionale in pianta stabile, dopo tre anni e mezzo abbia anche quell'ambizione di andare a testarsi in una società e in una dimensione superiore. Ma questa cessione deve essere funzionale a rinforzare la squadra. Cedere Ricci, ma andare poi a riscattare Elmas e prendere dei giocatori giovani - come, ad esempio, fa Sartori con il Bologna - allora significa investire i ricavi nella squadra e migliorarla".
Si sta facendo un discorso legato alla "buona volontà" della dirigenza. Talvolta si ha l'impressione che i soldi guadagnati dalle cessioni non vengano reinvestiti o che questo sia fatto in modo sbagliato. "Quando è arrivato Ilic non era un investimento sbagliato. Quando un giocatore è richiesto dall'allenatore e la società lo prende, la società fa il massimo. Juric aveva voluto Ilic e Ricci, quindi lì la società aveva fatto bene. In alcune operazioni è stato speso più di quanto si sarebbe potuto fare prendendo giocatori più forti o più pronti. La società deve essere brava a dirottare le risorse che ha nel modo giusto. Qua è valido l'esempio del Bologna con Castro o Dominguez. Anche il Toro avrebbe potuto prendere Castro. Ma è necessaria una struttura che permetta di individuare i giocatori giusti. Secondo me Vanoli è l'allenatore perfetto per questo momento storico del Torino. Quindi bisogna ascoltarlo. Facendo un mercato funzionale con i giocatori che vuole Vanoli, con 3/4 acquisti azzeccati - ma deve esserci la volontà - questa squadra il prossimo anno può ambire a giocarsi l'Europa".
Paolo Aghemo a TN Radio: "Cairo non vuole cedere il Torino"
—Oltre alla cessione e agli acquisti dei giocatori, c'è la necessità di una società di rendersi appetibile ai giocatori. Quanto contano le strutture in quest'ottica? Sia immobili che riguardo alle giovanili. "I due discorsi sono legati. Avere una struttura è fondamentale. Tutto è migliorabile e perfettibile, però menomale che si è arrivati quantomeno al Robaldo, è meglio di nulla. Avere una struttura è fondamentale perché si dà una casa ai ragazzi, una casa che quelli da fuori vedono e da cui sono attratti. Si dà ai ragazzi un'identità, una comunità, un sentirsi parte di qualcosa che si sta costruendo. Si dà loro la prospettiva di arrivare anche in prima squadra: vedono i giocatori, le stesse facce per anni. Si struttura anche la società, è importante anche avere gli allenatori e gli educatori. Per quello dico: non farebbe male avere degli ex - che abbiano anche le capacità - a lavorare in questi ruoli. Per il vivaio è fondamentale avere una casa. Bisogna trasmettere ai ragazzi l'identità granata facendoli crescere da piccoli nella stessa società e facendo respirare loro quest'ambiente, questa comunità. Negli anni '80/'90 c'era una Primavera formata in gran parte da giocatori che giocavano insieme dai pulcini. Quelli per forza avevano lo spirito granata, erano nati lì, conoscevano tutti. Il Torino è sempre stato speciale in questo. Secondo me si può ricreare questo ambiente, ma bisogna cambiare filosofia: bisogna portare avanti gruppi di bambini, farli crescere e non solo pensare alla plusvalenza. Da questo punto di vista anche i tifosi devono mettersi d'accordo. Se si parla di comunità granata non c'è solo la comunità granata, non conta solo il risultato. Facendo l'esempio di una cessione importante, se una società lungimirante quegli introiti li investe nelle strutture, invece che investirli tutti nella prima squadra, dovrebbe essere supportata dall'ambiente. Per esempio l'Atalanta è stata 3/4 anni in B, si è salvata per il rotto della cuffia in Serie A per 5 anni, ma in quel periodo investiva anche su Zingonia. Vent'anni fa era in Serie B insieme al Toro, oggi è una grande d'Europa".
È possibile che il Toro possa ottenere questo con Cairo? Ci sono possibilità di cessione? "Non c'è nessuna possibilità che Cairo ceda il Torino. Non mi è risultato nulla di simile negli ultimi mesi. Non c'è mai stata la volontà di Cairo di cedere il Torino e non c'è mai stato un approccio concreto di un interesse vero per questo club. Però ad oggi, guardando i fatti, il Robaldo ci sarà, il Filadelfia c'è - anche se non è del Torino, e bisognerà rimediare - poi c'è il discorso stadio, e lì sarà un grande passaggio: fossi il presidente ci penserei. Però alla fine, anche quest'anno il mercato a gennaio non è stato male, la squadra c'è, c'è Vanoli, ci sono delle basi: non è un discorso che dà adrenalina, ma se non c'è alternativa... Io credo che Cairo sotto sotto abbia la voglia di essere protagonista anche nel calcio. Probabilmente può fare tanto meglio. Io credo che gli stia venendo un po' di voglia, anche spinto dalla piazza, dallo stadio pieno, dalla contestazione. Penso che lui abbia quest'intenzione di migliorare: vedremo i fatti. In questo momento è una società che bene o male nel panorama generale è sana. Vediamo a giugno. La cosa straordinaria è vedere tanti tifosi allo stadio, anche molto giovani e famiglie".
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