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Foto: Alessandro Sanna
Era la speranza di tutti i tifosi granata quella che a Cagliari il Torino cambiasse volto alle proprie uscite fuori casa, invece continua il suo mal di trasferta. Un pareggio che ha poco da dire se non che i granata ancora una volta hanno poca capacità reattiva per vincere. Il quasi crollo nel secondo tempo ne è l’esempio.
Nulla da dire sulla squadra rossoblù che anche se è terz’ultima in classifica è compagine più forte della sua classifica, tant’è che se raffrontiamo il campionato tra Toro e Cagliari notiamo che le sconfitte patite sono 7 per i granata e 8 per i rossoblù. Quello che ha penalizzato maggiormente la squadra allenata da Mazzarri sono i 7 pareggi che la fanno sprofondare nella bassa classifica.
In effetti si è visto un Toro a intermittenza e ombroso nel primo tempo, con qualche slancio ma poco o nulla, con Pobega sempre il più bravo tra i suoi che ha ben duettato a sinistra con un pimpante Pjaca, ma poi ad esempio tante difficoltà a sfruttare e trovare soluzioni valide sulle palle inattive.
Già nei primi 45 minuti il Cagliari è stato spesso più aggressivo dei granata, tant’è che le azioni pericolose sono arrivate dalla sponda rossoblù al 22’ con Carboni che di testa, su assist di Joao Pedro, prendeva il tempo a Vojvoda e incornava alto sulla traversa. Poi i brividi li faceva correre Milinkovic-Savic, a volte troppo sicuro di se sui rinvii di piede, quando regalava palla a Nandez che si fiondava verso la porta con un tiro cross che lo stesso Vanja poi andava a neutralizzare. Questo per far capire come il Cagliari sia stato sempre più aggressivo in campo dell’avversario.
In effetti i granata non non hanno mai creato chiare occasioni da gol nei primi 45 minuti, e meno male che è arrivato poi quel bel tiro secco di Pobega, l’incertezza di Cragno e il seguente gol-autogol della coppia Sanabria-Carboni a sbloccare la partita. L’unica vera azione degna di nota è stata creata in solitaria da Pjaca, quando al ‘39 con un doppio dribbling ha lasciato sul posto due giocatori per poi dare palla a Lukic che si fiondava sulla sinistra verso l’area avversaria mandando un pallone verso Sanabria poi anticipato. Davvero troppo poco!
Poi arriva quello che non ti spieghi ovvero con il quasi crollo del Toro nel secondo tempo. Il Cagliari inizia giustamente ad attaccare e i granata abbassano pericolosamente il baricentro con la conseguenza che al 50’ Milinkovic-Savic compie un miracolo su colpo di testa di Joao Pedro, ma poi nulla può due minuti dopo sul gesto tecnico da campione dell’italobrasiliano che in rovesciata lascia di stucco tutti. E qui inizia un altra partita con il Cagliari che cerca di vincere e il Toro che inizia a soffrire, frastornato e incapace di sviluppare quelle linee di gioco che vorrebbe Juric.
Per buona parte del secondo tempo il leit motiv sarà quello di un Toro arroccato in difesa e il Cagliari a pressare in avanti. Poi una fiammata di 5 minuti per i granata, tra l’81’ e l’86’ con Praet, Zaza e Baselli. È comunque il Cagliari a finire la partita in attacco.
Quali sono i mali di questo Toro? Per carità, un punticino fa bene anche alla classifica ma forse si sperava qualcosa di più. E dire che non ci si può nemmeno appellare alla mancanza di qualità visto che Brekalo, Pjaca, Praet, Pobega erano presenti. Troppo farraginoso questo Toro che passa velocemente dai 30 minuti contro l’Empoli giocati da grande squadra a prestazioni insufficienti.
E’ un Toro che diventa insicuro, pieno di paure, quando subisce gol e quando viene aggredito, ed è da sottolineare come nei secondi 45 minuti a Cagliari i granata siano scesi molli e mosci e questo non è sicuramente il dettame di Juric.
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