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toro
Questa volta il Toro non diverte ma vince per la seconda volta in trasferta e si porta a 22 punti in classifica in piena zona europea. Oggi contava vincere più che mai e i granata ci sono riusciti anche se a fatica. La prima cosa da dire è quella di rendere onore al Crotone, che ha tenuto in scacco la squadra di Mihajlovic per 85 minuti. I ragazzi di Davide Nicola si sono resi più pericolosi del Torino (in particolare nel primo tempo), grazie a maggior velocità e più incisività in avanti e nelle ripartenze, mentre Belotti e compagni per quasi tutta la partita sono stati nelle loro manovre più prevedibili con giocate molto lente e per di più un solo tiro nello specchio della porta sino all'azione del gol. L'unico portiere realmente impegnato in tutta la partita è stato alla fine Joe Hart, che anche sul doppio vantaggio granata ha compiuto una doppia parata ravvicinata che ha salvato la propria porta e il risultato.
Nella vittoria del Toro c'è tutta la spiegazione legata alla classe dei giocatori. Quando si hanno certi giocatori capaci di risolvere una partita grazie ad una giocata, il gioco diventa senza dubbio più semplice. Prima Lijaic che assiste da fuoriclasse Belotti e poi Boyè che assiste lo stesso centravanti, grazie ad azione solitaria saltando tre avversari, hanno portato il Toro alla vittoria. Poi un dato è certo: se hai un Belotti in squadra e lo metti nelle condizioni di segnare lui è -per ora - implacabile. Due assist per lui, gli unici veri in tutta la partita, e due gol.
Toro cinico? Forse si, ma ben vengano vittorie anche quando non si gioca bene. Vorrei comunque sottolineare che se il Toro non ha giocato bene è altrettanto vero che il merito è stato del Crotone e di Davide Nicola che ha saputo mettere in campo 11 ragazzi determinati a giocarsela a viso aperto.
Ma poi la classe non è acqua e di solito vince chi ne ha di più: la differenza tra le due squadre dal punto di vista tecnico è onestamente abissale.
Mihajlovic ha ancora una volta azzeccato le sostituzioni mandando in campo Boyè e Martinez che hanno dato vivacità e freschezza insieme a Lijaic e Belotti. Quattro attaccanti per cercare di sbloccare la partita, cosa che si è concretizzata dal 34' al 44' con le azioni già descritte.
Quindi grande il Toro e sopratutto Mihajlovic, nel credere nella vittoria fino alla fine, senza pensare al perché di tanta sofferenza nell'arrivare al tiro in porta. Su queste cose ci sarà tempo in settimana per la squadra con l'allenatore per fare le giuste analisi. Adesso bisogna godersi la vittoria che è meritata, magari non per il gioco espresso, ma per averci creduto sempre.
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