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A San Siro continua la maledizione dell’ultimo quarto d’ora

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 

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Per  ottantatre minuti il Toro a S.Siro ha fatto la partita che doveva fare: aspettare  gli avversari e ripartire velocemente. E’ stato quasi perfetto tatticamente visto che ancora una volta li davanti ha creato almeno 4 occasioni da gol nitide di cui una davvero difficile da sbagliare, eppure Barreto è riuscito in quest’impresa, mentre dietro, con tre centrali e due esterni bassi, ha ben arginato le iniziative di Balotelli, El Shaarawy e Boateng. Il centrocampo a tre ha poi funzionato bene finché è durato Matteo Brighi, poi come d’incanto quando il pareggio sembrava alla portata dei granata, l’uscita di Brighi per Santana ha rotto un equilibrio che si era creato nella mediana  granata. Successivamente Di Cesare e Barreto sfiancati vengono sostituiti da Meggiorini e D’Ambrosio. I due hanno appena il tempo di mettere piede in campo che Balotelli va in gol anticipando e beffando Ogbonna (che se lo perde) dopo un traversone basso partito dalla destra.

 

Tatticamente mister Ventura aveva sbagliato nulla presentando una squadra molto compatta a centrocampo sorretta da un trio di mediani che ha fatto fino in fondo il proprio dovere, con Basha in cattedra, capace bene di arginare gli avversari e dando più volte inizio a importanti ripartenze. Il duo d’attacco inedito Cerci Barreto sin dai primi minuti si è dimostrato pericoloso. Tant’è che la prima azione pericolosa della partita è di  marca granata al 1 ‘ con una bella incursione di Darmian che ha servito un pallone a Cerci in area, con tiro di quest’ultimo parato da Abbiati. Poi due paratissime di Gillet su tiri di Muntari e Boateng  hanno scosso i tifosi rossoneri, ma uno è un tiro fa fuori area e l’altro è la bordata successiva alla respinta del portiere granata, per il resto la manovra rossonera è stata ben imbrigliata dal Torino, con Balotelli e El Shaarawy mai pericolosi. Milanisti che non sono mai riusciti a prendere il sopravvento sul Toro nonostante la superiorità tecnica evidente. Così è stato fino al 83’, grazie anche alle parate di Gillet nuovamente su Boateng e su Robihno, poi il Toro prende il gol è perde, esce sconfitto non nel gioco ma per un gol segnato e soprattutto per il gol sbagliato di Barreto al 15° minuto. Rete che avrebbe potuto cambiare le dinamiche della partita. Cambiano gli interpreti ma i gol vengono sbagliati sempre dalle punte granata. Se prima  il dito era sempre puntato su Bianchi, ieri non ha giocato, e su Meggiorini, oggi la rabbia cresce nei confronti del brasiliano Barreto che non ha avuto la capacità di segnare una rete facile. Gli è mancata la freddezza dei veri bomber e non ci sono scusanti quando ti trovi solo soletto davanti al portiere, come se fosse un rigore in movimento, e ti fai parare il tiro. Il ragazzo fa bene i movimenti in campo e ha duettato bene con Cerci ma poi nel momento decisivo ha fatto cilecca. Più sfortunato nei secondi 45 minuti quando non trova il gol al 75’, dopo un azione stupenda nata sulla destra dal duo Darmian – Cerci, solo per una grande parata d’istinto di Abbiati.

 

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Il calcio è gioco che fa vincere chi segna  e se sbagli troppo vieni sempre castigato: questo è stato il Toro a S.Siro. A poche giornate dalla fine del campionato e in una situazione di classifica pericolosa  ( +4 sulla terz’ultima, il Palermo, e +1 sulla quart’ultima, il Genoa) la prestazione positiva dei granata serve davvero a poco, se non a rendere ancora più amara la sconfitta. Rispetto alle precedenti retrocessioni il Toro non è squadra che merita di scendere all’infermo soprattutto per il gioco espresso in questa stagione, mai nessuna squadra ha dominato i granata. Però puoi giocare bene e batterti alla pari con tutte ma se sbagli troppo l’appuntamento con la rete e prendi troppi gol per amnesie difensive allora il bel gioco serve a nulla. La difesa ha retto davvero bene finché Di Cesare è stato in campo, i tre centrali garantivano in mezzo all’area una sicurezza importante, poi uscito è come se si fosse rotto un equilibrio con Ogbonna che è andato a perdersi nel momento più cruciale della partita. Adesso si faranno i soliti processi sulle sostituzioni di Ventura: ‘perché quando è  uscito Brighi non è stato messo subito Meggiorini a centrocampo o il giovane Bakic’. In effetti, con l’uscita di Brighi il Toro ha perso metri a centrocampo arretrando molto il proprio baricentro dando più spazio aglio avversari.  Ma non è questa la questione, non sono le sostituzioni che hanno fatto perdere una  partita condotta bene dai granata, ma sono i gol non realizzati. E’ vero che con i se e con i ma non si va mai da nessuna parte ma se Barreto  al 15’ si mangia un gol cosi elementare la colpa è delle sostituzioni che il mister fa oltre il 76 minuto sullo zero a zero? Una parola in più per due giocatori su tutti oggi, al di là di Cerci  ‘Il Magnifico” va a Di Cesare  e Gillet. Il primo rientrava  in campo dopo una lunghissima assenza come panchinaro, ha giocato bene sempre in anticipo sul Faraone e si è concesso anche il lusso di scavallare per 70 metri e andare al tiro sfiorando la rete, il secondo, “il gatto magico”, ha fornito  una prova da grande portiere  parando tutte le fucilate che gli sono arrivate da fuori e da dentro l’area, e meno male che qualcuno lo dava in flessione. Adesso non c’è molto tempo per ripensare al Milan, fra due giorni, mercoledì sera, i rossoblù in piena ascesa arrivano a Torino e in quella partita è fatto divieto assoluto a qualsiasi errore in ogni parte del campo e in ogni fase della partita. I granata dovranno fare la cosiddetta partita perfetta!

 

Gino Strippoli

(foto Dreosti)

   

 

 

 

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