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MILAN, ITALY - APRIL 28: Nicolo Barella of FC Internazionale competes for the ball with Simone Ricci of Torino FC during the Serie A TIM match between FC Internazionale and Torino FC at Stadio Giuseppe Meazza on April 28, 2024 in Milan, Italy. (Photo by Mattia Pistoia - Inter/Inter via Getty Images) (Photo by Mattia Pistoia - Inter/Inter via Getty Images)
Partendo dal presupposto che la squadra dell’Inter è nettamente più forte del Torino, al di là dell’espulsione di Tameze per fallo da ultimo uomo con occasione da gol, il giocare una partita di contenimento imbottita di centrocampisti con una sola punta non sempre può portare in dono un risultato positivo. E’ vero che i granata hanno contenuto per tutto il primo tempo i nerazzurri, in qualche modo arginandoli e addirittura andando a pungerli un paio di volte con Zapata: una volta con un tiro dentro l’area ma centrale e poi un colpo di testa che avrebbe meritato maggior fortuna; ma sicuramente la fase di attacco granata è stata penalizzata perché il solo colombiano è stato costretto a combattere contro tre difensori ogni volta e anche perché la scelta di Juric di far giocare più avanti Ricci con Vlasic a supporto è stato fallimentare.
Se non ci fosse stata l’espulsione di Tameze? Magari si sarebbe portati a casa un pareggio, magari… Ed allora perché non aver avuto più coraggio e giocarsela a viso aperto. Il Toro per coltivare le sue ambizioni europee (per chi ci crede…) aveva bisogno di una vittoria e almeno di cercarla.
Il chiudersi e cercare il contenimento era forse una strategia per vincere? L’Inter ha dei campioni e prima o poi anche in undici contro undici avrebbe trovato la zampata vincente. Il Toro così messo in campo ha trovato nel solo Bellanova l’arma per armare Zapata e le fasi di attacco dei granata sono passate solamente dalla fascia destra grazie agli uno contro uno dell’ex nerazzurro. L’esterno granata è stato sicuramente il migliore in campo ma non può essere un solo giocatore a dover fornire tutto il fronte d’attacco.
Vlasic e Ricci non hanno mai dato l’impressione di poter creare pericoli alla difesa e tantomeno di poter aiutare Zapata sempre battagliero ma stretto nella morsa a tre nerazzurra. Ricci mezza punta scelta discutibile e i suoi inserimenti non si sono visti, penalizzato dalla posizione in campo. Vlasic ancora una prova negativa, idem per Ilic che ha fatto due sole cose bene in campo: un assist per Zapata al 14, tiro centrale e respinto bene da Sommer, e un salvataggio su Martinez. Troppo poco per un giocatore cui si chiedeva a inizio campionato di comandare il centrocampo granata. Spesso lento e con zero idee si è perso come molti altri suoi compagni.
Se la fascia destra del Toro ha comunque funzionato grazie a Bellanova che ha sempre offerto palloni di qualità, la parte opposta con Lazaro ha dato pochissimo contributo, quasi nullo. Poi quanti passaggi ha sbagliato in mezzo al campo la squadra allenata da Juric? Una marea. Ogni volta che il Torino abbozzava una costruzione dal basso la palla dopo un paio di passaggi orizzontali veniva predata dai vari Barella, Carlos Augusto, Mkhitaryan e Calhanoglu.
Il ritmo basso della partita ha chiaramente favorito l’Inter che da campione d’Italia ha giocato in surplace. Era il Toro la squadra che doveva giocare con furore agonistico. Proprio rimasti in dieci dai granata ci si aspettava una reazione agonistica vera invece in dieci uomini si è sciolta come neve al sole.
Si può discutere se il fallo di Tameze era da espulsione o meno ma appare evidente che la scelta strategica di Juric di coprirsi di più non avrebbe comunque portato il Toro alla vittoria, l’unico vero risultato che di doveva ambire. Poi c’è invece da discutere la scelta di togliere dal campo il più battagliero dei granata, Zapata, per far entrare Sanabria che con tutta la buona volontà non ha la fisicità per combattere contro tre difensori e la sua entrata in campo è stata nulla. Il 3 maggio arriverà il Bologna ma se il Toro è questo…
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