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A Udine il Toro vince portandosi sempre più in alto, verso mire che sanno di Europa. Mai da vent'anni a questa parte il Toro è stato cosi "settebello", visto che zitto zitto, prestazione dopo prestazione, si è assestato solitario al settimo posto nella classifica del campionato, con il settimo attacco grazie ai 26 centri granata. In più da due partite consecutive ha abbassato la saracinesca, grazie ad un lavoro di squadra nella fase difensiva che parte dai suoi frombolieri capaci di andare a difendere ai limiti dell'area granata per arrivare alle eccelse chiusure di ogni spazio dei centrocampisti, da Brighi a Vives da Farnerud a Pasquale, che hanno lasciato davvero poche speranze al gioco dei friulani. Se poi a ciò mettiamo la sorpresa Maksimovic, all'esordio dal primo minuto di gioco con una prestazione davvero maiuscola giocata sugli anticipi e sui tackle senza paura, spadroneggiando di testa insieme e ai suoi compagni di reparto Glik e Moretti, allora si può capire la dimensione di questo Toro "settebello".
Un Torino che già dai primi minuti avrebbe potuto prendere il largo grazie alle occasioni create ma poi sciupate per un non nulla da Immobile, in realtà poco freddo in quelle occasioni. Poco importa, visto che lo scugnizzo granata si è battuto e sbattuto per tutta la partita facendosi trovare pronto a siglare la rete della sicurezza su preciso assist di Damian. Un'azione corale di quelle che piacciono tanto al mister Ventura ma che è anche poesia del calcio, con la sfera che inizia la sua corsa dal portiere per poi non fermarsi più sino allo scambio Cerci-Darmian e la finalizzazione in rete del centravanti granata, che segna così la sua sesta rete in campionato superando il suo precedente record che era fermo alle 5 reti genoane dello scorso anno. Dopo una partita vinta ancora una volta giocando bene, sfruttando le caratteristiche dei giocatori e le ripartenze veloci, i contropiedi, è chiaro che gli orizzonti granata diventano più ampi. Nulla è vietato a questa squadra, nemmeno l'Europa. Se la vittoria contro la Lazio aveva dimostrato il carattere di questa squadra, il bis ottenuto contro l'Udinese non può non far sognare i tifosi ma soprattutto dimostra il grande lavoro effettuato da Ventura che ha formato una squadra che sa tenere bene il campo e sa giocarsela alla pari senza paura contro tutti.
Anche la mossa Farnerud mezza punta è un invenzione di Ventura. Come già scritto nel mio precedente editoriale pre-partita, questa mossa poteva essere vincente visto che lo svedese possiede piedi buoni e raffinati. Il suo tocco in gol è vellutato. In più, il suo fluttuare in tutte le zone del centrocampo lo ha reso immarcabile mentre in fase difensiva si è ben disimpegnato, anche se l'ammonizione ricevuta gli farà saltare il prossimo match contro il Chievo. La conferma in cabina di regia di Giuseppe Vives, protagonista di una superprestazione, allontana la necessità o l'urgenza - a secondo di come la si voglia definire - di cercare un regista a gennaio. Il Toro funziona davvero bene così, i meccanismi tra i reparti stanno diventando sempre più precisi e ben oliati e difficilmente si potrebbe trovare oggi come oggi un regista capace di inserirsi in tempi brevi in questa squadra. E poi perché intaccare un meccanismo che funziona bene come un orologio svizzero?
L'inserimento a sorpresa di Maksimovic dimostra che l'allenatore granata è ben attento nella valorizzazione dei giocatori che ha a disposizione. Il difensore serbo ha sfruttato a pieno la sua occasione dimostrando una sicurezza senza pari e qualità importanti già espresse molte volte dal suo ex allenatore della nazionale Mihajlovic. Da riconoscere anche il valore di un giocatore troppo spesso criticato ingiustamente, ovvero Padelli. Il portiere granata si è espresso anche a Udine con un'ottima partita e due interventi importanti sui tiri di Di Natale e di Basta. Soprattutto sul tiro del centrocampista friulano, Padelli è volato deviando in angolo il forte tiro, salvando il vantaggio granata. I punti si conquistano anche con i guantoni dei portieri e Padelli ci ha messo i suoi.
Cerci? Superfluo dire che è sempre il Magnifico visto che in tutti e due i gol ha lasciato il segno con assist preziosi. Insomma, è un Toro vincente quello che lascia il campo del Friuli e torna a Torino concentrato per affrontare il Chievo domenica prossima con la stessa determinazione delle due ultime vittorie.
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