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A Verona serve un Toro dal tridente d’attacco

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
L'editoriale di Gino Strippoli / I granata contro gli scaligeri con la speranza Uefa, ma occorre vincere

Passata la delusione del derby? Giammai, nemmeno se si vincessero le prossime due partite contro il Verona e contro il Crotone: il derby di quest'anno rimarrà un'autentica amara delusione per quello che si poteva fare e non si è fatto, regalando di fatto una vittoria in maniera arrendevole. Possiamo però cercare di guardare avanti - e questo Toro lo deve ai tifosi e lo deve a se stesso - andando a prendersi  contro il Verona, oggi pomeriggio, e domenica prossima contro il Crotone, le vittorie e i 6 punti in palio. Non ci sono altri risultati da ottenere se si vuole sperare nel lumicino dell'Uefa e soprattutto se si vuole riconquistare i tifosi. Dimostrare un minimo di  attaccamento alla maglia e ai tifosi non può essere solo l'andare dopo una sconfitta davanti alla Maratona, bisogna saper vincere e battagliare in campo con grinta.

Rinunciare a offendere tatticamente contro la Juventus  è stato un clamoroso autogol, giocando di fatto con una sola punta, Belotti, e per giunta ancora fuori condizione. Il bomber granata va aiutato e non lasciato solo a dannarsi l'anima contro tutti in avanti come è successo nel derby. E' vero, ha sbagliato un controllo che poteva invece portare al gol granata, ma è altrettanto vero che successivamente  non è mai stato messo nelle condizioni di avere dei palloni giocabili come spesso accadeva lo scorso anno attraverso gli assist di Ljajic. Da più parti si è vociferato di una possibile partenza del numero 10, che invece è rimasto al Torino: questa avrebbe rappresentato un indebolimento tecnico non indifferente per l'organico, visto che il ragazzo non sarà sicuramente un giocatore dalla prestazione continua ma ha colpi unici sia per mandare in gol i compagni sia per andare a rete lui stesso, come fece lo scorso anno timbrandone 10 e portando Belotti a segnarne 26. La permanenza in organico apre adesso ad altri scenari, e rappresenta una gatta da pelare per Mazzarri visto che oggi come oggi il serbo viene dopo Niang, tenendo presente che i due titolari Falque e  Belotti sono imprescindibili.

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Inoltre bisognerà vedere se l'allenatore granata ripenserà eventualmente ad un attacco a tre punte così come è successo vittoriosamente contro il Benevento, Bologna e Udinese. Oggi contro il Verona ci sarà la riprova tattica di come si andrà a cercare la vittoria, anche perchè sarà anche difficile lasciare Niang in panchina, giocatore che ha iniziato male la sua avventura a Torino ma che sta adesso compiendo notevoli progressi, e le sue accelerazioni possono aiutare molto per aprire spazi per i compagni. Di certo se si dovesse giocate con le tre punte occorrerebbe un centrocampo muscolare nel vero senso della parola formato dal trio Obi, Rincon e Acquah. In questo caso  non ci sarebbe spazio per Baselli, ultimamente deludente. Già, ma cosa succede a questo giocatore che ha grandi qualità poco espresse ultimamente? Sicuramente averlo messo in marcatura su Pjanic non lo ha agevolato. Non è un incontrista e il risultato alla fine si è visto con il ragazzo che sembrava tagliato fuori dalla partita, lui che invece è una mezzala dalla tecnica sopraffina e che nei primi due anni a Torino ha sempre fatto bene, segnando 5 o 6 gol a stagione oltre a regalare assist per i suoi compagni.

Confermati come centrali in difesa gli attuali intoccabili N'Koulou e Burdisso, aspettando presto Lyanco ormai recuperato, mentre sulle fasce esterne dovrebbe arrivare il momento di Ansaldi che ritornerebbe nel suo vero ruolo al posto di Molinaro, infortunato. Alla fine giochi chi deve giocare, ma sfiancandosi fino a portare il Toro alla vittoria: non ci sono altre soluzioni, si deve solo vincere. Da non confondere  con il "si può vincere". Si deve, e stop!