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Il suo approccio alla serie A era stato quello dei migliori, la sua stagione nella serie dei grandi era cominciata sotto nel modo giusto, con il gol in amichevole estiva contro la Lazio. Abou Diop, promettente attaccante del Torino che quest'anno ha fatto la spola tra Primavera e prima squadra, si aspettava una stagione, se non da protagonista che pare eccessivo, almeno da rinforzo importante sul quale Ventura avrebbe potuto contare ad occhi chiusi. Era l'elemento giusto per far spiccare il salto di qualità al Torino attraverso la sua potenza coniugata ad una rapidità ed imprevedibilità impressionante. Non è andata così. Per alcuni problemi fisici e per altri motivi di diversa natura. Nella stagione conclusasi a maggio ha collezionato la miseria di tre presenza. Ed entrambe da subentrato. Certo, per essere un classe '93 è già buono, considerando la preclusione del nostro campionato verso la linfa verde. Le sue qualità, però, gridano vendetta. Il debutto è avvenuto il 19 novembre a Roma contro i giallorossi di Zeman, sul punteggio di 1-0 (partita conclusa poi 2-0). La prima apparizione sul grande palcoscenico è stata l'occasione per festeggiare il giovedì seguente con i compagni, con una torta e una piccola festa 'sul campo'. Quasi 3 mesi più tardi, torna sul campo disputando i 15' finali di Udinese-Torino. Il 24 febbraio si gioca Cagliari-Torino: il senegalese entra sul risultato di 2-2 (lo score finali lo sanno anche i sassi) quando corre il minuto 89. Nemmeno un giro di orologio e viene mandato negli spogliatoi per espulsione diretta per un fallo (involontario) su Daniele Conti. Risultato: 3 giornate di squalifica. Come si può giudicare un ragazzo sulla base di una gomitata? Salvo sorprese, non farà parte della rosa che disputerà il prossimo anno la Serie A. La società vuole farlo crescere, e per crescere ha bisogno di giocare con continuità. La destinazione giusta è la Juve Stabia? Pare proprio di sì. Federico LanzaSegui @LanzaFederico
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