- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
toro
di Fabiola Luciani
Che succede quando una squadra fa indigestione, si presenta in campo obesa di fantasia e l'altra di fantasia è a dieta stretta, molto per obbligo e un po' per scelta?...
di Fabiola Luciani
"Che succede quando una squadra fa indigestione, si presenta in campo obesa di fantasia e l'altra di fantasia è a dieta stretta, molto per obbligo e un po' per scelta? Vero, Camola?Succede che la squadra che danza lenta e vola basso sulle ali della fantasia dà dei colpetti di becco all'altra, la colpisce ma non la percuote, con pugni che si spengono sulle braccia chiuse dell'avversaria. E che poi però la squadra fantasiosa e nulla più, che bolle e sobbolle nella pentola, dalla pentola fuoriesce e ustiona le braccia e le mani della squadra in difetto di ingegno calcistico. E poi succede ancora che la squadra a dieta forzata e volontaria decide finalmente di nutrirsi anch'essa di un po' di fantasia, quella che aveva in dispensa. Vero Camola?Finisce con la prima vittoria esterna della stagione. E' la storia di Napoli - Toro, il primo tempo del Napoli pugile con la guardia alta che trova improvvisamente un diretto sul volto e manda al tappeto il prudente e deludente avversario che fa minuetto, i venti minuti iniziali del secondo tempo con il Toro che straripa e sfonda dopo l’ingresso in campo del Calimero Stellone che ribalta il risultato con una perla di Bianchi e poco dopo con un capolavoro atteso per ben due anni del principino Rosina, e gli ultimi venti minuti con il Toro che ritorna come al solito a non fare gioco e subire l’avversario. Insomma, il primo tempo nel segno della paura di Camolese che non rischia e non osa laddove doveva osare, e il secondo tempo nel segno di Stellone, che propizia le magie di Bianchi e Rosinaldo e che si rendono a loro volta protagonisti del successo granata. La storia di novanta e passa minuti che ci dice un paio di cose. La prima riguarda loro ed è appunto problema loro: con quei sei contemporaneamente in campo non hanno difesa, vanno a tappeto. Ma se non li conti fino a dieci, si rialzano. Vedano loro e veda Donadoni quando e quanto gli conviene, a chi scrive non sembra molto, comunque affar loro. La seconda cosa raccontata da questa partita invece riguarda noi: di Stellone non bisogna MAI fare a meno, senza Rosina anche se poco incisivo e senza neanche il mal posizionato in campo Abate la fantasia, se preferite il gioco, non c'è MAI e nessuno è in grado di sostituirli degnamente. Resta una squadra muscolare, troppo muscolare. Bene, molto bene i muscoli di Bianchi, bene, benissimo i muscoli intelligenti di Stellone. Molto meno bene i muscoli soprattutto di Barone, Rubin e di uno spento Diana. Ma il vero problema è che muscoli più muscoli, anche se aggiungi Stellone, non fanno una ragione evidente per vincere. Non c'è ovviamente una vera controprova che con una diversa formazione iniziale il Toro sarebbe andato meglio, ma una mezza controprova, almeno un indizio di controprova c‘è: con un Stellone fino a quel momento vincente fatto fuori (NON ERA INFORTUNATO) contro il Bologna il Toro ha purtroppo pareggiato la partita della vita. Ieri la stessa cosa; fuori inspiegabilmente nel primo tempo soccombente del Toro, con il suo inserimento nella ripresa il Toro ha vinto. Mi dispiace contraddire i miei osteggiatori, che non vorrebbero da me analisi tecniche o tattiche, ma forse se mi espongo in prima persona in queste analisi, di crediti sulle mie competenze ne ho da vendere. Da qui il titolo: con il pelato in campo avremmo raccolto sei punti. Punto e peccato. E' chiaro che qui parla il famoso e relativamente inutile senno di poi, ma, vi prego di crederci, alla lettura delle formazione di ieri mi ha preso lo sconforto ed era stata netta la sensazione, che il mister avesse preso l’ennesimo abbaglio. Io non amo le critiche, ma inciampare sempre sulle stesse bucce di banana mi fa rabbia ed il primo tempo ne è stata la testimonianza.Ed ora lasciamo la partita e guardiamo la classifica: siamo a due partite dalla fine e se sia vizio o virtù lo dirà Chievo - Bologna. Un Chievo vincente risolverebbe i problemi di calcolo, perché un punto di vantaggio è poco e non da garanzie. Sei punti di lontananza dall'obiettivo matematico della salvezza sono una distanza che questa squadra non può colmare. E' un'aritmetica semplice che avevo già computato: quattro punti in due partite ( Genoa e Roma) e tutto si può fare. Meno di quattro punti forse risulterebbe disfatta. Fin qui ci arrivano tutti, la questione è: quale la scelta migliore per prenderseli i tre punti con il Genoa? Qui purtroppo la matematica non aiuta, non c'è una formula esatta e garantita. Però suggerirei nei limiti del possibile una sottrazione: meno muscoli e un'addizione di fantasia, con Stellone in campo per tutti i novanta minuti. Proviamo?La cabala mi induce a riti grotteschi, perché con il Napoli, prima di poter anche solo pensare che forse avremmo vinto, ho dovuto aspettare il 48° del secondo tempo. Già, come vorrei che le partite del Toro fossero come gli spot dei medicinali, quelli con il finale compresso, dove la voce accelera e diventa un rumore quasi buffo: se il tempo si contrae, ci evitiamo le altrui rimonte.
"Nel frattempo il pessimismo della ragione mi trattiene i polpastrelli che vorrebbero digitare i tasti in questa successione ... s ... a ... l ... v .. .e ... z ... z … a, ma faccio prevalere l'ottimismo della vo ... glia, sì della voglia, una voglia sfrenata di guardare dall'alto i becchini disoccupati a cui è stato sottratto il nostro cadavere. Siamo ancora vivi, alla faccia di chi ci aveva già dati per spacciati.Ora vado a nanna, finalmente serena e con il sorriso in bocca, perché come diceva il maestro Eduardo De Filippo: “Adda passa' 'a nuttata”!! Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA