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TURIN, ITALY - DECEMBER 11: Juventus FC President Andrea Agnelli looks on prior to the Serie A match between FC Torino and Juventus FC at Stadio Olimpico di Torino on December 11, 2016 in Turin, Italy. (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)
Assume contorni sempre più inquietanti la vicenda che gira intorno al deferimento della procura federale nei confronti di Andrea Agnelli. Oggi, infatti, il sito ilnapolista.it (seguito da "La Repubblica" e da "Il Fatto Quotidiano") ha pubblicato in esclusiva alcuni stralci del documento della procura, e quel che si legge sull'attuale Presidente bianconero, riguardo la vicenda degli striscioni "contro Superga" durante il derby 2014, fa girare lo stomaco. Le carte della procura esaminate dal sito napoletano riportano come Andrea Agnelli fosse a conoscenza dell'introduzione all'interno dello Juventus Stadium del tristemente celebre striscione "Superga, solo uno schianto", esposto da una parte di tifosi bianconeri durante il derby del febbraio 2014. Non solo, secondo quanto riportato dalle carte federali, gli striscioni "clandestinamente introdotti, pur nella consapevolezza che la loro esposizione avrebbe comportato una salata ammenda per la Società" furono introdotti, appunto, dal capo della sicurezza della Juventus Alessandro D'Angelo e dal capo ultras Raffaele Bucci, recentemente suicidatosi.
I due introdussero lo striscione all'interno dello stadio per - si legge negli atti -"evitare lo sciopero del tifo ed eventuali ritorsioni nei confronti della propria Società di appartenenza", con Andrea Agnelli che - come annota il procuratore federale Pecoraro - "era perfettamente a conoscenza dell’introduzione di materiale vietato all’interno dello stadio perché di ciò informato da D’Angelo con il quale risulta intrattenere un rapporto personale di amicizia oltre che rapporti di natura professionale". Agnelli dunque sapeva, come dimostra per altro la telefonata dello stesso numero 1 bianconero a D'Angelo dopo aver appreso che le telecamere di sicurezza dello Stadium avevano beccato lui e Bucci in flagrante: "Ale (D'Angelo, ndr) sei un ciuccio, ti hanno beccato!"
Ma non solo, Agnelli infatti - sentito dalla procura - incolpa di tutto D'Angelo, ma - come si evince dalle carte e dalle intercettazioni, Agnelli sapeva benissimo dei "compromessi" attuati dal suo amico/dipendente D'Angelo nei confronti della frangia più estrema del tifo bianconero, e non solo non fece nulla per fermarli ma addirittura non allontanò mai queste persone dalla società Juventus. Una storia, dunque, quella svelata dal sito partenopeo, che non lascia troppi spazi ai dubbi e alle perplessità: il Presidente della più ricca e forte squadra italiana sapeva dell'introduzione di striscioni beceri e altamente offensivi all'interno del proprio stadio, con il capo della sicurezza (a quanto pare) incaricato dallo stesso di eseguire l'operazione.
"No a striscioni di tifosi canaglia", tuonava lo stesso Agnelli davanti alla telecamere dopo quel famoso derby, e arisentire adesso quelle parole, la sensazione è che la figura della canaglia, qui, la stia facendo chi dovrebbe controllare ed assicurarsi che i tifosi presenti nel suo stadio non facessero, appunto, "le canaglie". Maquis custodiet ipsos custodes? Chi controlla chi dovrebbe farlo?
La procura federale, per fortuna.
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