- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
REGGIO NELL'EMILIA, ITALY - SEPTEMBER 17: Marko Pjaca of Torino FC celebrates a victory at the end of the Serie A match between US Sassuolo and Torino FC at Mapei Stadium - Citta' del Tricolore on September 17, 2021 in Reggio nell'Emilia, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
A meno di ventiquattr'ore dal calcio d'inizio del 203° Derby della Mole tra Torino e Juventus, ai microfoni di ToroNews si è concesso il corrispondente di Goal.com della Juventus, Romeo Agresti (Twitter @romeoagresti). E' lui questa settimana ad esporci il suo punto di vista rispetto alla partita e sulle due singole squadre, partendo dall'ultima prestazione della Juventus in Champions League contro il Chelsea, per poi arrivare a parlare anche delle ultime operazioni di mercato del Torino, e di Mandragora.
Torino e Juventus a pari punti, ti aspetti due squadre che se la possono giocare alla pari?
"Mi aspetto, mai come in questo caso, un match aperto a qualsiasi risultato. Si dice sempre che un derby parli una lingua tutta sua. Ecco, è vero, ma gli equilibri nell’imminente stracittadina sono davvero sottili. Da una parte – i granata – sono i padroni di casa e iniziano ad avere un'identità ben definita. Dall'altra – i bianconeri – provengono da due vittorie di fila in campionato e, soprattutto, hanno ottenuto un’iniezione di fiducia non indifferente dalla sfida con il Chelsea. Insomma, è davvero una gara da tripla."
Come giudichi atteggiamento della Juventus nella partita contro il Chelsea? Ti aspetti che facciano una cosa simile anche al derby?
"Credo che contro i Blues, Allegri abbia dovuto fare di necessità virtù. Certo, l'atteggiamento tattico proposto dal tecnico livornese è stato tutto fuorché spettacolare, ma con le assenze che si ritrova non avrebbe potuto fare altrimenti. Contro i campioni d'Europa in carica s’è vista una squadra vera composta da giocatori che hanno concretamente dato tutto per centrare un'impresa. Perché di tale si tratta, a maggior ragione considerando il periodo bianconero e, soprattutto, le assenze di Dybala e Morata. Mi aspetto che, seppur con sfumature differenti, la Juve possa presentarsi al Grande Torino con un atteggiamento simile. Con Chiellini titolare in difesa e, magari, con Kean a gara in corso. Dunque, brevilinei al potere in attacco. Anche perché Allegri è solito tenersi un cambio offensivo e, quindi, oltre a Kulusevski c’è il solo centravanti piemontese da poter tenere in caldo per il lato B del match."
Come giudichi il Torino di oggi? Che tipo di campionato ti aspetti possa fare?
"Il Torino, fin qui, mi ha fatto un'ottima impressione. Perché si nota candidamente la mano dell'allenatore. Appena vedi giocare i granata capisci immediatamente come dietro ci siano i dettami di Juric: baricentro alto, velocità d'esecuzione, voglia di stupire. E, a mio parere, i margini di miglioramento non mancano. Basti pensare ai nuovi acquisti: tutti stanno facendo bene. Pobega super, Brekalo molto interessante, Praet in Serie A non si discute, Pjaca – solita condizione fisica a parte – decisivo. E manca ancora all'appello Belotti. Mi sembra che i granata abbiano tutte le possibilità per fare una bella stagione all'insegna della spensieratezza."
Ti aspetti turnover da Allegri?
"Allegri può fare poco turnover, in quanto le defezioni sono molteplici e si concentrano specialmente sull’attacco. Al di là dei lungodegenti Arthur, Kaio Jorge, Morata e Dybala, e del solito Ramsey, c'è poco da inventare. Mi aspetto l’esperienza di Chiellini là dietro e, magari, un volto fresco a centrocampo: ad esempio McKennie."
Cosa pensi di Pjaca e Mandragora? Come giudichi le rispettive operazioni di mercato?
"Pjaca l'ho seguito da inviato a Euro 2016 in Francia e, vedendolo giocare in quella manifestazione, si capiva immediatamente come fosse un predestinato. Ricordo ancora l’aspro duello di mercato tra Juve e Milan per avere la meglio. Le sue qualità sono indiscutibili. Paga, purtroppo, i gravi infortuni che ha subito e che ne hanno condizionato l’ascesa. E’ un professionista serio e impeccabile, speriamo che la malasorte sul suo conto sia arrivata al capolinea. Mandragora mi sembra che nella seconda parte della scorsa stagione abbia dato una grossa mano al Torino per quanto concerne la salvezza. La sensazione, dall'esterno, è che sul suo conto il brutto infortunio patito a Udine ne abbia fermato la crescita. Non so, però, se da Juric venga visto come un imprescindibile. O meglio, in questo avvio di stagione non lo è stato. Complessivamente, comunque, sono state due operazioni intelligenti messe a segno dal Torino."
© RIPRODUZIONE RISERVATA