- Calciomercato
- Prima Squadra
- Giovanili
- TN Radio
- Interviste
- Mondo Granata
- Italia Granata
- Campionato
- Altre News
- Forum
- Redazione TORONEWS
toro
(foto delinquentinelpallone.it)
Un'altra delle grandi notti che ha scavato un solco profondo nella storia del Torino. L'ha fatto, come il destino granata ha ormai insegnato a sopportare, attraverso le grandi lacrime di chi aveva creduto davvero di poter vincere in casa dell'Ajax dopo un 2-2 all'andata al Delle Alpi che aveva costretto i granata ad una vera e propria impresa.
Fu un'impresa che non si concretizzò, ma si infranse sui celeberrimi tre pali colpiti da Casagrande, Mussi e Sordo, simboli inevitabili dell'ennesima beffa di una sorte annoiata, divertita a illudere e poi mortificare le speranze ed i sogni di un intero popolo - quello granata - che così lontano in Europa mai c'era arrivato.
E come se non bastasse, a segnare ulteriormente quell'identità arrivarono parole e gesti che racchiudono in sé tutto ciò che di magnifico e terribile il Toro come nessun altro porta con sé: la sedia alzata da Mondonico, dopo che l'arbitro non ebbe fischiato un rigore a Cravero, eterno gesto di romantica ribellione al fato, e le parole di Cravero, dipinte da delusione e scoraggiamento: "Siamo una squadra maledetta".
Mai più il Toro si sarebbe neanche avvicinato a quei risultati. Per questo il rammarico di quella partita e la consapevolezza di essere arrivato a tre legni dalla Coppa UEFA vive ancora oggi, sotto la forma di una nostalgia vagamente ingiallita ma per sempre ormai parte del patrimonio genetico granata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA