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Aldo Serena: “Il Milan è favorito, Longo non può fare i miracoli”

Esclusiva TN / L'ex giocatore sia dei granata che dei rossoneri commenta anche la scelta del cambio di guida tecnica e promuove la scelta di mettere fine al rapporto con Mazzarri

Roberto Ugliono

Milan, Juventus, Inter e Torino. Aldo Serena ha girato tanto in carriera e ovunque ha lasciato il suo segno. In granata, dei nove gol segnati, ce n'è uno che è passato alla storia ed è quello del 18 novembre 1984 nel derby contro la Juventus. Angolo di Leo Junior e incornata vincente proprio di Serena e i granata trionfano nel derby per 2-1. Oggi però parleremo con l'Aldo Serena diviso tra i colori granata e quelli rossoneri.

Buongiorno Serena, lunedì sera il Torino sfiderà il Milan. I granata con Longo stanno cercando di uscire dalla crisi, mentre il Milan sembra in risalita. Che partita si aspetta?

Penso che il Milan sia favorito. Basta guardare le ultime due partite per capire lo stato di forma dei rossoneri. Contro la Juve hanno giocato 90 minuti di qualità, mentre contro l'Inter il primo tempo è stato di alto livello. Il Torino ora deve ripartire. Longo in quindici giorni non può fare i miracoli, ma penso sia giusto il cambio in panchina, anche perché il rapporto tra Mazzarri e i tifosi era arrivato al capolinea.

Longo ha portato una ventata di entusiasmo, questo può servire per aiutare a superare la crisi?

Il suo ritorno è importante soprattutto sotto un punto di vista umano, perché sa cosa vuole la piazza. Mazzarri, forse, non ha capito a pieno l'ambiente del Toro. Io in un anno a Torino ho compreso l'importanza del tifo in questa piazza. Tenere i tifosi lontani dal Filadelfia è stato un errore, perché se apri quei cancelli e permetti alla gente di entrare, poi ti torna tutto indietro. Longo è un ragazzo del Filadelfia e questo è un aspetto importante, perché sapeva da subito quanto fosse fondamentale aprire quei cancelli.

In vista di Milano Longo ritrova anche Ansaldi e Baselli, un altro aspetto importante per il futuro.

Assolutamente. Loro due sono importantissimi per le sorti della squadra. Ansaldi è un giocatore dotato di un'ottima tecnica e può fare la differenza, vista anche la sua facilità nel dribbling.  Baselli ha un buon tiro e sa far girare la palla. Da lui però mi aspettavo di più, doveva fare il salto di qualità.

Cosa gli è mancato?

Baselli lo conosco benissimo, perché lo seguo sin dai tempi dell'Atalanta. A inizio carriera sembrava poter fare grandi cose, perché ha ottimi tempi d'inserimento, ha qualità nel far girare la palla e ha un ottimo tiro. Con queste caratteristiche devi fare almeno 5 o 6 gol a campionato. Negli anni, aggiungerei, si è anche irrobustito, diventando più determinante in fase d'interdizione. Non so come mai non sia esploso definitivamente. Forse qualche infortunio o forse non è mai riuscito a trovare il giusto feeling con gli allenatori. A volte serve anche solo trovare l'intesa con il proprio tecnico, entrarci in empatia per poter svoltare un'intera carriera.

Rimanendo sui singoli, Belotti fatica a segnare e forse patisce anche il momento della squadra. Rischia la Nazionale ora?

Se una squadra non gira, una punta fa sempre fatica. Belotti, però, rimane un punto fermo del Torino, è il capitano ed è amato dai tifosi. In ottica Naizonale deve fare attenzione, perché Immobile sta facendo la miglior stagione della sua carriera e al momento la maglia da titolare è giusto che spetti a lui.

Dall'altra parte, invece, c'è Ibrahimovic. Ha segnato una volta per il Milan. Si aspettava un apporto così decisivo?

Ibra ha grande fisicità, oltre alle capacità tecniche, ma è poco dinamico. La differenza la fa soprattutto dentro l'area di rigore. L'aspetto più importante è quello mentale, perché lui con il suo carisma ha rivitalizzato i compagni, che ora sono più carichi per i suoi modi di fare e il suo modo di esprimersi in pubblico. Inoltre ha portato una ventata di ottimismo che ha trasformato i mugugni in applausi. Il pubblico ora dà una spinta in più e così sono stati alleggeriti gli altri giocatori.

Il confronto più interessante della partita è probabilmente quello tra Donnarumma e Sirigu. Dei due chi vorrebbe titolare in Nazionale?

Sceglierei Donnarumma, ma prima di spiegare devo fare una premessa. Sono le due espressioni massime del calcio italiano in quel ruolo. Tra questi aggiungerei Meret che è un ottimo profilo, ma Sirigu e Donnarumma sono superiori. Il milanista è giovanissimo, ma è già quasi completo. Negli anni ha fatto vari errori. Scivoloni che vanno concessi per l'età che aveva e ora si è perfezionato. Penso che comunque sia una bella lotta, perché Sirigu è un grandissimo portiere e può vantare anche molta più esperienza. È comunque giusto che giochi Donnarumma, perché, essendo molto più giovane, è giusto investire sul futuro dando a lui la maglia da titolare.