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Alfred Gomis: ”Il Toro? Solo se ne sarò all’altezza”

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Una stagione eccellente fin qui disputata, con un minutaggio fin oltre le aspettative e con prestazioni pressoché costantemente positive: il primo anno tra i professionisti di Alfred Gomis, portierone classe '93 di proprietà del Torino...
Diego Fornero

Una stagione eccellente fin qui disputata, con un minutaggio fin oltre le aspettative e con prestazioni pressoché costantemente positive: il primo anno tra i professionisti di Alfred Gomis, portierone classe '93 di proprietà del Torino oggi in prestito in Serie B al Crotone si può definire, finora, particolarmente positivo. Per farcelo raccontare, e per conoscere aspettative, ambizioni e, perché no, sogni di questo ragazzo di grande talento, ci siamo rivolti direttamente a lui: ecco le sue dichiarazioni in esclusiva.Ciao Alfred, e complimenti per questo grande inizio di stagione... Quando sei partito per Crotone ti saresti aspettato di conquistare un posto da titolare pur in presenza di portieri esperti della categoria come Concetti e Caglioni? Ciao a voi, e grazie! Sinceramente sono arrivato qui senza aspettarmi nulla, avevo soltanto voglia di mettermi in gioco. Il mister e la Società sono stati chiari fin da subito, sarebbe dipeso unicamente da me. Qua vige la meritocrazia, in campo scende chi merita a me è stata data l'opportunità di giocare e credo di averla sfruttata bene. La presenza di compagni così esperti non la vivo come una pressione, ma come uno stimolo... è una rivalità sana che non può che farmi bene.Quali sono le tue aspettative personali per questa stagione in forza ai pitagorici?A livello di squadra, mi aspetto di raggiungere la salvezza il prima possibile, per poi avere la serenità giusta per metterci in gioco e provare a vedere quali traguardi possiamo raggiungere. A livello personale, voglio provare a fare bene, a migliorare di partita in partita. Anche se le cose sono andate bene finora, c'è sempre qualcosa da migliorare, voglio lavorare anche su ogni mio piccolo difetto ed imparare il più possibile, per poter provare ad arrivare in alto. Se cresco io, e miglioro io, così come i compagni, cresce tutta la squadra perché i risultati della squadra riflettono necessariamente quelli dei singoli.Come ti sei trovato nell'ambiente Crotone? Quali sono state le tue prime impressioni?Qui in Calabria mi sono ambientato da subito bene, questa è una piazza dove c'è un tifo molto caloroso, non si può certo dire che non ci siano pressioni ma queste sono perlopiù positive. Certo, finora abbiamo sempre fatto bene e non ho avuto modo di sperimentare situazioni negative, ma già prima di arrivare, informandomi sull'ambiente, non ho mai sentito parlare di problemi con la tifoseria. Da questo punto di vista sono molto sereno e soddisfatto.Credi che la tua prima esperienza sia arrivata al momento giusto, a 20 anni giusti, dopo quasi 3 stagioni di Primavera e tutta la trafila nel settore giovanile?Assolutamente si, mi sentivo pronto. Per quanto la Primavera del Toro fosse un'esperienza speciale, era giunto il momento di provare a fare il salto "tra i grandi". Volevo giocare partite competitive ed affrontare giocatori di un certo livello e una certa esperienza, continuare, consentitemi il termine, a "fare il fenomeno" nelle giovanili non avrebbe fatto per me, mi sentivo pronto per provare ed abbiamo scelto concordemente con la Società di affrontare questa esperienza.Qual è stata la differenza che hai immediatamente notato tra il calcio giovanile e quello dei professionisti?Qui è sicuramente diverso il rapporto con il tecnico e con i compagni: non è più un rapporto di "costruzione" e formazione reciproca, a questo livello, ormai, le persone sono "fatte", ed il tipo di allenamento non tende ad insegnarti ma a spiegarti il modo di giocare del mister. Lavoriamo molto meno sulla tecnica di base e ci dedichiamo a prove più specifiche: nel mio caso posso ringraziare di aver trovato un grande allenatore dei portieri, che mi fa lavorare molto sui miei punti deboli. In generale, è un tipo di allenamento più maturo, persino le partitelle sono vissute in maniera diversa, figuriamoci il campionato...Stai seguendo il cammino dei tuo ex compagni ancora oggi in Primavera?Si, li seguo difficilmente di persona, giocando il sabato, ma, in un certo senso, li osservo "grazie a voi". Mi sento spesso con Longo e con Di Sarno, l'allenatore dei portieri, e sento spesso i compagni. Ho visto che stanno facendo bene anche quest'anno, e non è un caso: il progetto del Torino è un progetto importante, che era partito già con Asta, e sono 3 anni di fila che le cose vanno come devono andare. Il merito è anche del mister, se i giocatori cambiano ogni anno ma i risultati restano sempre soddisfacenti. Personalmente, mi dispiace molto per Saracco: questo avrebbe dovuto essere il suo anno, ma purtroppo ha rimediato un brutto infortunio. L'ho chiamato quando è successo, ed era veramente giù: speriamo che le cose si risolvano in fretta e possa tornare in campo il prima possibile perché se lo merita!E gli altri tuoi ex compagni sparpagliati tra Serie B e Lega Pro?Mi sento spesso con Diop, con lui ho un rapporto speciale: a Torino eravamo assieme in convitto e siamo molto amici, cerco di restare sempre informato sulle sue partite. Ho, poi, un rapporto particolare con Chiosa: giochiamo insieme nel Toro da quando avevamo dieci anni, so quanto vale e sono felice che a Bari, seppur non sempre con lo stesso spazio, stia riuscendo a dimostrarlo. Per quanto riguarda la "colonia granata" alla Juve Stabia, con Diop, Suciu e Parigini, posso dire che a loro serve solo la svolta, l'ho notanto anche vedendoli giocare contro il Varese, non hanno vinto ma hanno fatto un grande salto di qualità sul sul piano del gioco. Per quanto poi i "nostri" tre non stiano giocando molto... la Serie B è lunga, devono stare sereni e troveranno lo spazio che meritano. Vedo, poi, che Vita ed il Monza di mister Asta stano viaggiando bene, Cinaglia al Feralpi è appena rientrato ma ho letto che ha fatto bene, per Gatto al Lumezzane c'è stato un piccolo infortunio ma anche lui sta recuperando, e quando ha giocato ha sempre fatto bene. Sono tutti soddisfatti, questo lo so, ed è la cosa più importante.E che ci dici del tuo fratellone Lys, anche stavolta a secco di minuti in prima squadra?Lys è il mio fratello maggiore, per me è sempre il portiere più forte del mondo, non posso giudicarlo con distacco. Il consiglio che posso dargli è che il lavoro paga, che deve mettersi in gioco ad ogni allenamento ed, un giorno o l'altro, avrà le sue opportunità. Padelli sta facendo bene, ed è improbabile che il Torino decida di cambiare portiere, è un ruolo diverso rispetto agli altri, con delle peculiarità da rispettare, ma Lys deve continuare a fare bene ed il suo momento arriverà.Situazione, peraltro, condivisa dall'altro tuo fratello minore, Maurice, '97 degli Allievi Nazionali granata...Per quanto riguarda "Momo", la cosa più importante è che non abbia fretta, lui deve pensare solo a lavorare. Anche io quando ero nei Giovanissimi facevo panchina, alle spalle di Di Martino, negli Allievi Regionali mi sono fatto male e praticamente non ho mai giocato, negli Allievi Nazionali con Zichella non ero titolare fisso, alternandomi, anche lì, con Di Martino. Nel settore giovanile non conta soltanto giocare, fare i minuti in partita, conta lavorare ed imparare, facendoti aiutare a migliorare, per "Momo" vedremo cosa riserverà il futuro, ma ora lui deve solo lavorare sereno e dare il peso giusto al fatto che non sta giocando. A lungo andare, chissà, magari potrà fare come me e conquistarsi il suo spazio...Ci hai mai pensato alla Nazionale Under 21? Hai ricevuto avvisaglie da Di Biagio?CI ho pensato e ci penso tuttora, per me sarebbe un sogno. Purtroppo, però, non ho mai sentito il mister né ho ricevuto segnali dal suo staff. Evidentemente non ho ancora fatto così bene, vorrà dire che dovrò lavorare ancora meglio, credo che anche in Nazionale valga la meritocrazia quindi continuo a lavorare per conquistarmela.Ed una chiamata eventuale da parte della Nazionale senegalese, così come era avvenuto per tuo fratello qualche anno fa?Dal Senegal mi sono giunte tante voci, ma mai niente di concreto… io comunque sono italiano, mi sento italiano a tutti gli effetti e penso di non mancare di rispetto a nessuno dicendo che è l'azzurro ciò che sogno davvero.Quali sono le tue aspettative personali per il futuro? Come ti vedi nell'estate 2014?Difficile risponderti... iniziamo a finire quest'anno, poi, a seconda di come sarà andata, vedrò come muovermi. Non posso ancora dire se sarò all'altezza, o meno, di fare il salto in una categoria superiore, non lo so… l'anno è ancora lungo, ho ancora 30 partite da giocare, e solo allora, forse, saprò valutarmi, io stesso, con più cognizione di causa. Voglio fare un passo alla volta: ovviamente al Toro ci penso, chi non ci penserebbe? Ma per raggiungere questo traguardo devo mantenere i piedi ben saldi a terra e lavorare, ora preferisco non pensarci: penso soltanto al Crotone, poi si vedrà.Grazie di tutto, Alfred, ed in bocca al lupo da parte di tutta la Redazione!Crepi il lupo! Ed un saluto a tutti i lettori!Diego Fornero