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Allegri batte con merito Juric: nel derby il Torino è l’ombra di sè stesso

Allegri batte con merito Juric: nel derby il Torino è l’ombra di sè stesso - immagine 1
Per la quarta volta in carriera il tecnico toscano ha sconfitto il collega croato e l'ha fatto con una partita accorta della sua Juventus

Andrea Calderoni

Il Torino ha deluso sotto tutti i punti di vista nel derby. Poteva essere la partita della svolta della stagione, è stata invece la gara che ha certificato molti problemi in casa granata (sono ora cinque i match consecutivi senza successi per la compagine di Ivan Juric). La Juventus ha vinto con merito la stracittadina e Massimiliano Allegri ha potuto tirare un sospiro di sollievo dopo una delle settimane più complesse della sua carriera tra le sconfitte contro Milan e Maccabi Haifa. Non è stata una partita altamente spettacolare, gli errori tecnici si sono sommati da entrambe le parti. Non è stata nemmeno una partita particolamente combattuta, è mancata infatti una dose di aggressività al Torino che ha giocato in modo piatto senza dare l'impressione di fluidità nella propria manovra. Le assenze del regista (Ricci) e di entrambe le punte (Sanabria e Pellegri, quest'ultimo almeno dall'inizio) non giustificano un atteggiamento negativo da parte dei granata.

I granata con il falso nove hanno confermato problemi sotto porta

La Juventus è vissuta sulle fiammate. Nel primo tempo ha prodotto intorno alla mezz'ora tre tiri verso la porta in meno di sessanta secondi, mentre nella ripresa si è resa decisamente più pericolosa e ha sfruttato l'estro dei propri campioni (Vlahovic è stato molto bravo nell'azione che ha preceduto il suo stesso gol su mischia da corner). La sterilità offensiva del Torino deve far riflettere. Era già stata certificata con un centravanti vero in campo nelle precedenti giornate e purtroppo per i granata poco è cambiato con un tridente caratterizzato dal falso nove (Vlasic). "Dovevamo lavorare meglio in determinate circostanze, entrando in area con palleggio, visto che non avevamo punte centrali" ha giustamente evidenziato Juric in conferenza stampa (LEGGI QUI). Sono mancate totalmente delle linee di passaggio e, come detto, il Torino non è mai apparso brioso nella costruzione del suo gioco. D'altronde le principali chance del primo tempo sono nate da accelerazioni individuali di Radonjic o da estemporanei tiri dalla lunga distanza. I demeriti granata sono stati tanti anche perché la Juventus, convalescente, non ha fatto altro che cercare di coprire il campo con un po' più di ordine rispetto al recente passato. Si è schierata con un tradizionale 3-5-2 e ha dato l'impressione che quanto meno il ritiro abbia riportato un po' di concentrazione generale in seno al gruppo.

Torino, le sostituzioni non hanno minimamente inciso

I cambi in corsa non hanno dato lo sprint necessario al Torino per modificare le lacune evidenti fin dal 1' di gioco. Il primo ingresso è stato quello di Pellegri al posto di Radonjic. Lecito chiedersi se fosse meglio togliere Radonjic o Miranchuk; l'ex OM è stato senz'ombra di dubbio più incisivo rispetto al russo, soprattutto nel primo tempo. Nella ripresa anche Radonjic è calato e quindi è stato probabilmente tolto per questa ragione. Resta il fatto che anche Miranchuk aveva tutte le carte in regola per lasciare il campo. Dal canto proprio Pellegri non ha minimamente lasciato il segno, ma lo si può giustificare considerando la sua settimana non ottimale a causa di un acciaccio. Juric ha poi optato per tre cambi dopo il gol di Vlahovic: Zima per Djidji, Singo per Aina e Karamoh per Linetty; quest'ultimo è stato un ingresso per cercare di aumentare il peso offensivo granata. Sono però stati i minuti successivi alla rete di Vlahovic i più deludenti del derby granata; la Juventus da squadra esperta ha saputo addormentare bene la gara ma il Torino è apparso mansueto e privo di idee. Un'altra domanda lecita è la seguente: Vojvoda non poteva essere gettato nella mischia? Probabilmente sì, anche perché Lazaro non ha fornito una prestazione indimenticabile. Questi sono comunque dettagli. L'aspetto primario è che il Torino ha sottoperformato nel giorno più atteso e Allegri ha sconfitto con merito per la quarta volta in carriera il collega Juric.

 

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