Per il Torino sono due punti persi o uno guadagnato? La domanda è lecita dopo la girandola di emozioni di ieri sera, giovedì 2 dicembre. Il Torino ha interrotto una striscia di tre vittorie consecutive tra le mura amiche contro un Empoli che ha confermato di sapere quello che vuole. In realtà, la prima mezz’ora dei toscani è stata tutt’altro che convincente non tanto per demeriti propri, quanto per meriti dei granata, come sottolineato anche da Ivan Juric. Il Torino ha infatti sfornato una mezz’ora di assoluto livello. Brillantezza tattica, tecnica e atletica con un ulteriore merito, che non si può non ascrivere anche al tecnico Juric: un approccio alla gara di pregevole fattura. Il Torino è uscito dai blocchi con personalità e con tanta voglia di vincere; in altre parole si è presentato in campo da grande squadra che in casa contro una neopromossa non può far altro che vincere.
Il tema
Andreazzoli rimonta Juric: Ivan si copre e rinuncia a Pjaca e Brekalo
Il confronto tra i due tecnici evidenzia che entrambe le squadre stanno seguendo un percorso di crescita fatto di alti e bassi
MERITI - In uno dei pochi momenti in cui è mancato l’equilibrio necessario contro una squadra organizzata come l’Empoli è cambiata la partita. Un errore che probabilmente è più da ascrivere ad una lettura banalmente sbagliata dei calciatori granata. È stato espulso Wilfried Singo e il Torino in dieci uomini è rimasto per qualche minuto in balia degli eventi. I toscani sono stati bravi a dimezzare immediatamente lo svantaggio e a tornare prepotentemente in gara. Subito dopo il gol del 2-1 di Romagnoli, Juric ha sostituito Pjaca con Vojvoda per passare al 3-5-1; il croato era sicuramente in gran spolvero, ma il tecnico ha preferito la maggior capacità di Praet di giostrare da mezzala, con una scelta sicuramente conservativa. Giustamente Aurelio Andreazzoliha evidenziato che il Torino nella ripresa con l’uomo in meno non ha perso le misure ed è apparso solido e ben strutturato: la squadra ha abbassato il baricentro per rimanere corta e compatta a protezione dell'area di rigore. Sono però mancati gli spunti offensivi che tanti grattacapi avevano provocato all’Empoli agli albori del match.
BREKALO - Si sono viste, dunque, due squadre che ben rappresentano lo spirito dei loro tecnici. Due formazioni che stanno seguendo un percorso di crescita, che naturalmente non può essere lineare ma alterna alti e bassi. In tutto questo si può discutere delle scelte di Juric. La presenza dal 1’ di Marko Pjaca ha convinto (per necessità è stato tolto dopo il rosso a Singo), ma nello stesso tempo ha lasciato un po’ interdetti il mancato ingresso di Josip Brekalo, sebbene lo stesso Juric a caldo abbia evidenziato che sia stato perfetto nelle sue sostituzioni. Nella sofferta ripresa il croato ex Wolfsburg avrebbe potuto tornare utile con la sua velocità contro un Empoli impegnato con parecchi effettivi nella metà campo granata: Juric, invece, ha preferito rispondere al triplo cambio dell'Empoli al minuto 26 della ripresa inserendo Rincon per Praet e Zaza per Sanabria. L'intento era evidentemente quello di serrare le fila della squadra e portare a casa un punto, optando per un centrocampista difensivo come il venezuelano e per un attaccante bravo sui palloni aerei anche nella sua area come il lucano. In tutto questo, bisogna aggiungere che le sette assenze si sono fatte sentire e hanno limitato le scelte di Juric. Da apprezzare, invece, l’impatto dei subentrati dell’Empoli: da Haas a Parisi, da Bajrami a La Mantia, autore del bellissimo colpo di testa che è valso il definitivo 2 a 2.
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