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Annuntio vobis gaudium magnum

Redazione Toro News

di Fabiola Luciani

Ora che sono morta mi sento improvvisamente più libera.
Ho tranciato le catene del raziocinio e ho gettato nel cassonetto i dubbi sull'aldilà, e la paura si è...

di Fabiola Luciani

"Ora che sono morta mi sento improvvisamente più libera.Ho tranciato le catene del raziocinio e ho gettato nel cassonetto i dubbi sull'aldilà, e la paura si è finalmente dissolta: ora so per certa che mi aspetta il nulla.Non fatevi ingannare da questi miei pensieri che leggete, perché non esistono: essi sono la proiezione delle vostre curiosità e la suggestione che s'insinua in chi mi pensa e mi ricorda.Io taccio nel silenzio del vuoto e quel che percepite è ciò che avete bisogno di cogliere.

"La morte è assenza di stimoli e offre l'impunità per i gesti non fatti, per le azioni non svolte, per i problemi non risolti, senza che nessuno ti chieda il conto per il pasto interrotto e la tavola non sparecchiata. Ho sperato fino all'ultimo che una falla nei miei cromosomi si fosse tradotta in immortalità, ma le forti emozioni lasciavano ben poche illusioni a chi sa interpretare la voce degli specchi.Mi sono interrogata infinite volte su come sarei morta e le risposte erano sempre due, in alternativa fra loro.

"La più plausibile era il cancro, un vecchio amico di famiglia, e sapevo che poteva citofonarmi all'improvviso richiamato dalla “nicotina granata” che assumevo come antidoto allo stress, e che poi a modo suo ha pure funzionato. Con una dose al giorno mi sono mitridatizzata e più del filtro poté l'assuefazione che, se va bene, rende immuni.I danni infatti non colsero i polmoni, ma la coscienza, che i sensi di colpa ammonivano inducendola a flagellarsi per ogni tirata. Il sistema immunitario, invece, reagiva impedendo alle cellule d'impazzire, e infatti l'autopsia le ha colte un po' asfaltate ma sane.

"Penso al suicidio dei disoccupati, sistema rapido per cancellarsi dalle liste del Collocamento, e alle morti bianche di chi lavora in nero; penso ai kamikaze che detestano crepare da soli e tirano la cordicella ai mercati generali, oppure alla nobile fine di chi combatte per la libertà e che almeno non assisterà allo scempio che i posteri faranno del suo sacrificio.Nella mia vita ho scansato parecchie trappole, situazioni in cui ti guardi indietro e pensi "cribbio, per un pelo", ma forse ancor più numerosi sono stati i rischi superati inconsapevolmente, anche se nessuno terrà mai la conta di un simile slalom.Ci sono momenti nella vita, per chi fa il mio mestiere o studia per intraprenderne il percorso, in cui si passa il tempo a origliare i segnali del corpo per interpretarne gli allarmi, ma questa traduzione è sfiancante e aizza l’angoscia: forse i distratti vivranno meno, ma certamente meglio. Inoltre non ci si può illudere di codificare tutto, e alcune notizie ci confortano stupendoci: in Italia sono ancora vivi dei reduci della Grande Guerra, sono ultra centenari e stanno benissimo.Un secolo fa marcivano nelle trincee del Carso, là dove il numero dei morti superava quello delle stelle in cielo, ma quei “ragazzi del 99” stanno attraversando il terzo secolo di esistenza.

"Tra le infinite rette del piano, può anche capitare che due di loro sfuggano ai teoremi che le regolano e che s’incrocino per cinica attrazione.Mi ha sempre colpito ... ed è la parola giusta, l'impatto mortale che ci fu tra due sciatori: entrambi si erano alzati all'alba, in due città diverse, per trovarsi poi lì vestiti allo stesso modo, con lo stesso entusiasmo e la stessa sciolina. Le uniche cose che avevano diverse, direi anzi opposte, erano le traiettorie fatalmente coincidenti.Anche per il Toro può capitare l'imprevisto e qualche ora fa, ahimè, mi son trovata coinvolta.Una giovane tizia, apparentemente sana e, dal braccialetto che indossava sicuramente granata, smise all'improvviso di tifare e sognare per la sua squadra. Presso un noto ed affollato locale della cintura torinese e nel bel mezzo di un consulto web, mentre la lettura proseguiva emanando profumo di un “sì, per il nuovo allenatore del Toro stavolta c’è la firma” ( anche se non era Mazzarri, né Rossi, né Giampaolo, né Beretta, né Camolese, né tantomeno gli sfigati Cagni e Colomba e si era perso un mese di calciomercato per nulla ) fu vista accasciarsi a terra in silenzio sopraffatta dall'emozione, perché l’evento significava per il presidentissimo granata l’inizio di una vera e propria catarsi.Tutti erano tesi, ma lei era ipertesa e la chiuse lì … definitivamente.Non fu la prima e non sarà l'ultima, e la letteratura dirà che forse è un bel modo di morire.Non so, a me è piaciuto, anche perché mentre mi caricavano in barella ho fatto in tempo a leggere che Bianchi, Dzemaili e forse anche Stellone rimangono al Toro. Visto lo striscione esposto nella contestazione pacifica, mi chiedo se sarà poi tutto vero o è una nuova cialtronata del “cuntabàle”? … non vorrei dovermi rivoltare anche nella tomba!!Forza Toro al di là del tempo e dello spazio.