LE VOCI

Ansaldi: “Mia moglie non ci crede. Ma io ripeto: giocherò fino a 40 anni”

Redazione Toro News

Come ti rapporti con i più giovani? Cerchi di dare l’esempio?

“Sono il più vecchio della squadra, è normale che guardino a me come punto di riferimento e ogni tanto mi chiedono consigli. Io cerco sempre di mettermi a disposizione. A volte mi capita di dire a qualcuno che anche io ho vissuto esattamente quella situazione di cui mi sta parlando e quindi sono in grado di dirgli come sono comportato”.

Cosa fai nello spogliatoio per far divertire i tuoi compagni?

“A volte vedi che dopo le sconfitte i più giovani sono con la testa bassa. Allora mi avvicino e gli ricordo che il calcio è sempre un gioco e se ci sono lavoro e disciplina i risultati arrivano. E che il calcio offre sempre una seconda possibilità la settimana dopo, quando le cose vanno male. Si vince, si perde e si pareggia, è nell’ordine delle cose, ma bisogna imparare che vincere ti porta a vincere. Quando uno è abituato a perdere poi si perde sempre. Questo è il passo avanti nella mentalità che dobbiamo fare”.

E’ vero che tieni su il morale dei compagni anche cantando?

“Sì, certo. Dobbiamo goderci la vita perché oggi siamo vivi e domani non si sa. A me piace la musica lenta e romantica, e ultimamente la canto spesso. Se la canto ora anche con voi? No, un po’ mi vergogno”.

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