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Appagati e tranquilli

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A San Siro il problema di fondo è stata la mancanza di umiltà e motivazioni. Juric deve riprendere in mano lo spogliatoio
Gianluca Sartori Direttore 

Sono sensazioni altamente negative quelle che si respirano attorno al Torino dopo le prime due partite di campionato. Tra lo scialbo 0-0 contro il Cagliari e il sonoro e meritato 4-1 incassato per mano del Milan, la squadra granata ha offerto e proposto lo zero assoluto sotto tutti i punti di vista. Di certo sono solo 180’, e la stagione è ancora lunghissima, ma sottovalutare i segnali emersi in questo inizio di campionato potrebbe essere davvero deleterio.

Nelle prime due partite viste non c’è stato niente che abbia funzionato nel Torino. Potrebbe essere la spia di problemi profondi che riguardano quello che si respira dentro e intorno allo spogliatoio. Dall’esterno, la sensazione è che si sia vissuto un precampionato fin troppo tranquillo. Se nel 2022 le turbolenze che accaddero in estate ebbero la conseguenza positiva di compattare il gruppo, finora si è vissuta un’estate all’insegna delle conferme, della fiducia, degli acquisti a titolo definitivo, dei rinnovi di contratto, delle pacche sulle spalle e dei sorrisi, di un mercato che fino a qui non ha davvero portato freschezza e concorrenza in nessun reparto.

Potrebbe essere questa la spiegazione di ciò che si è visto in campo, ossia un Toro appagato e tranquillo, senza fame, umiltà, intensità; senza la voglia di rubare palla e aggredire l’avversario del primo anno di Juric, né l’intenzione di dominare il possesso palla come nel secondo. Quando si vede una squadra né carne né pesce così, meglio dare fin da subito uno scossone. Sicuramente tocca alla società farlo sul mercato, con tre innesti che possano dare segnali a tutto l’ambiente, ma non solo. Tocca anche all’allenatore dimostrare di saper riprendere subito in mano lo spogliatoio, anche con scelte dirompenti se necessario, come l’accantonamento di qualche titolare o un cambio modulo. Meglio correre ai ripari fin da subito, finchè si è in tempo.

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