Il centrocampista granata torna al gol contro l'Udinese dopo oltre 11 mesi di assenza dal tabellino marcatori: era dal 26 gennaio, contro il Cagliari, che l'ex Empoli non andava a segno. E con il primo gol stagionale arriva anche la prima partita per Ricci con indosso la fascia da capitano. Un onore non da poco per un giocatore che, neanche troppo in silenzio, si è guadagnato la titolarità con il Toro, la convocazione in Nazionale e gli interessi di club di un certo blasone, fra cui il Manchester City.
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Torino, Ricci protagonista in campo: ora serve il salto di qualità
Ricci, leader e protagonista in campo
—"Era la prima volta che portavo la fascia e sono veramente contentissimo… È un orgoglio enorme". Così Samuele Ricci commenta la sua prima volta da capitano. La fascia è il coronamento di un percorso che ha visto il numero 28 granata diventare sempre più leader, dentro e fuori dal campo, e soprattutto diventare sempre più protagonista nelle rotazioni tattiche di Vanoli. A partire dal modulo classico, il 3-5-2, in cui l'ex Empoli ha ricoperto sia il ruolo di mezzala che di regista, facendo bene in entrambe le posizioni, passando dal 3-4-3, in cui come mezzala di un centrocampo a due era diventato fondamentale fare bene e con intensità entrambe le fasi, arrivando fino al 4-2-3-1 tentato dal tecnico granata nella sfida contro l'Udinese per ritrovare il pari: con quest'ultimo modulo, schierando Vlasic come trequartista, a centrocampo si è passati al doppio play, interpretato in questo caso dalla coppia Ricci-Ilic, ed entrambi i giocatori hanno reso bene e hanno mostrato le proprie qualità. Anche il talento azzurro ha commentato positivamente il cambio di modulo nell'intervista rilasciata a Torino Channel: "Secondo me col doppio play abbiamo fatto meglio perché riuscivamo ad andare da una parte all’altra più facilmente e quella era era la chiave per poi crossare e trovare le giocate". Samuele Ricci sta dunque prendendosi partita dopo partita sempre più responsabilità, e alla fine ne risulta forse il giocatore più al centro del gioco granata, come dimostra anche la sua heatmap, presa da Sofascore, che evidenzia quanto sia costante la sua presenza in tutte le zone del centrocampo. Va sottolineato comunque come anche il talento azzurro sia calato, a partire da ottobre, come tutta la squadra, e come soltanto nelle ultime giornate stia ritornando ai livelli a cui aveva abituato i tifosi. Se però si dovesse trovare un giocatore che in qualche modo ha sempre raggiunto la sufficienza, questo potrebbe essere proprio Samuele Ricci.
Ricci, ora serve più concretezza offensiva
—Ad essere stata un po' carente in questa prima metà di campionato è stata la presenza offensiva di Ricci. Il centrocampista è sempre stato al centro del possesso palla granata, ma nella trequarti avversaria ha faticato ad essere determinante, come mostrano gli 0 assist siglati fin qui, e l'unico gol arrivato proprio in quest'ultima giornata. Quello che però, più di ogni altra cosa, deve migliorare in fase offensiva è la capacità di arrivare al tiro: in 1546 minuti giocati (il numero 28 è il giocatore più utilizzato da Vanoli, che non ne ha fatto a meno in nessuna partita) Ricci è arrivato al tiro soltanto 13 volte, e meno della metà sono finiti in porta; la media è sotto il tiro a partita, troppo bassa per un giocatore che con le qualità che ha può cambiare gli equilibri. Quel che è certo è che è un problema noto a tutta la squadra, essendo stato menzionato sia da Vanoli che dallo stesso Ricci, che così si è espresso a riguardo: "L'inserimento dei centrocampisti è un aspetto su cui il mister sta lavorando molto. Bisogna migliorare nella conclusione finale e nell'ultimo passaggio, però giocando palla a terra li abbiamo messi in difficoltà. Secondo me ci vuole più personalità. [...] Forse oggi ho avuto anche un'occasione nel primo tempo, potevo tirare e l'ho scaricata. Ci vuole quel coraggio in più". In ogni caso, il talento granata è certamente uno dei giocatori più importanti della rosa, uno di quelli che possono svoltare la stagione del Torino. Per questo motivo, al di là di tutti gli interessamenti che inevitabilmente ci sono nei confronti dell'ex Empoli, si può escludere una sua partenza a gennaio: non tanto per una qualche indiscrezione di mercato, ma perché perderlo ora sarebbe un suicidio per tutti, squadra, società e tifosi.
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