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Ardito, parliamo della Triestina?
“Assolutamente. Dell'Avellino abbiamo già detto tanto, forse troppo. Ne abbiamo parlato anche tra di noi per cercare di capire cosa non ha funzionato”.
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Ardito, parliamo della Triestina?
“Assolutamente. Dell'Avellino abbiamo già detto tanto, forse troppo. Ne abbiamo parlato anche tra di noi per cercare di capire cosa non ha funzionato”.
In tutta sincerità, avete sottovalutato l'impegno?
“No, questo no. Siamo stati un gradino sotto il nostro standard, abbiamo preso gol dopo due minuti ed è cambiato tutto lo scenario. Nonostante questo, abbiamo creato 6-7 palle gol, come non ci era capitato in trasferte che abbiamo vinto. Di chi è stata la colpa? Abbiamo sbagliato tutti, come collettivo, non ha senso parlare di errori individuali. E poi, avendo preso gol all'inizio, c'era tutto il tempo per rimediare”.
Quale errore non si dovrà ripetere sabato?
“Contro la Triestina bisogna partire a mille, per far capire loro che c'è un Toro diverso da quello di Avellino. Il gruppo mi sembra che abbia reagito bene, ora aspettiamo la verifica del campo”.
Cairo è stato buonista nel commentare la sconfitta, De Biasi invece...
“Era abbastanza incazzato, ma è naturale. Il presidente l'ha vissuta dal suo punto di vista, l'allenatore da un altro. E' il discorso della carota e del bastone. Quello che conta è che noi sappiamo dimostrare il giusto equilibrio”.
Che insidie ci possono essere in questa sfida?
“La forza della Triestina. Peccarisi, Rigoni, Godeas, sono tutti giocatori di qualità. Se azzeccano la partita, contro questi diventa dura per tutti”.
Ma che idea vi siete fatti del presidente Tonellotto?
“E' sicuramente un personaggio particolare, come nel calcio non se ne vedevano da anni. Poi non conoscendolo, mi sono fatto un'idea leggendo i giornali e quindi non posso dire più di tanto. Poi è chiaro che preferisco Cairo...”.
Ardito non si è mai stancato di dover correre per due o tre ogni partita?
“E' il mio pane correre, lottare e lavorare sodo”.
Anche per Rosina?
“Ale è il primo che sa quando gioca alla grande e quando no. Teniamo conto che lui ha già giocato 25 partite in questa stagione e non sempre si può andare a mille. Ma io che lo conosco bene e lo frequento anche fuori dal campo so che ha voglia matta di reagire positivamente e prontamente”.
Tra un mese riapre il mercato...
“Io credo che non servano rivoluzioni. Se arriva qualcuno che ci fa fare il salto di qualità, ben venga. L'importante è che dal punto di vista tecnico e umano sappia inserirsi e calarsi bene nel gruppo”.
Non abbiamo ancora parlato di Stellone...
“Robi per noi è fondamentale, speriamo che sappia stringere i denti e possa essere in campo sabato. Lui è unico, per le sue caratteristiche, nella nostra rosa non ha eguali”.
Ardito è sempre disposto a firmare presto il rinnovo del contratto?
“Anche domani, se fosse possibile, io resterei qui a vita. Comunque non c'è fretta (il contratto scade nel giugno 2007, ndr). Di Torino non mi avevano parlato bene alcuni giocatori ed ex compagni, ma la città mi piace, il centro storico è molto bello”.
E' vero che c'erano stati contatti già con il vecchio Toro?
“Alla fine del campionato. Il mio procuratore doveva vedere Zaccarelli, ma quello fu il giorno del primo stop (della Covisoc). Poi non ci fu un seguito. Ma forse è stato meglio così. Siamo ripartiti da zero sia il Toro che io. In serie A dobbiamo andarci insieme”.
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