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Come di consueto nella marcia di avvicinamento ai match del Torino, interpelliamo un cronista al seguito della squadra avversaria dei granata per offrirci il suo punto di vista sulla sfida. Stavolta a concedersi ai nostri microfoni è Valerio Arrichiello, collega de "Il Secolo XIX", il prestigioso quotidiano genovese.
Valerio, che clima ti aspetti a Marassi? Gli ultrà sono sul piede di guerra e annunciano sciopero.
"Sarà un clima teso. Già da qualche tempo i rapporti tra la Gradinata Nord ed Enrico Preziosi non sono buoni, lo stesso presidente non si fa vedere a Marassi ormai da Genoa-Parma, l'ultima partita con Ballardini in panchina. In queste ultime ore, poi, i tifosi più accesi hanno annunciato che lasceranno gli spalti vuoti su iniziativa di uno dei leader storici della Gradinata. Certo la squadra di Prandelli avrebbe bisogno del suo pubblico, in un momento in cui di fatto si gioca la salvezza. Altrettanto certamente i tifosi erano stati esemplari in occasione dell'ultimo match, il derby perso con la Sampdoria".
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Che partita è stata, quella contro i blucerchiati?
"Una partita nata male, perchè nelle primissime battute Kouamè è andato vicinissimo al gol e sul ribaltamento di fronte è arrivato il gol di Defrel. Poi il rigore e l'espulsione di Biraschi, ingiusta a mio avviso, hanno dato una piega definitiva al match. Comunque gli uomini di Prandelli sono rimasti in partita fino alla fine, quasi facendo meglio in dieci piuttosto che in undici".
I tifosi rossoblù contestano a Preziosi soprattutto le continue cessioni dei pezzi più pregiati, con la squadra che di anno in anno cambia radicalmente la sua struttura.
"Sì, è così, c'è pochissima continuità e ovviamente tutto questo è acuito dalla cessione di Piatek dello scorso gennaio. I tempi di Gasperini, in cui il Genoa lottava per inserirsi nella corsa europea, sono oggettivamente lontani. La vicenda della mancata licenza Uefa, che ha spalancato la porta dell'Europa League proprio alla Sampdoria, è stata l'inizio della fine nei rapporti tra una parte del tifo e Preziosi. Va comunque detto che c'è una parte di pubblico che riconosce a Preziosi il fatto di tenere il Genoa in Serie A da tanti anni a questa parte, una cosa non banale, e la bravura nel pescare giocatori sconosciuti, come lo era lo stesso Piatek, che poi una volta ceduti consentono al club di avere almeno una certa stabilità economica".
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Passando più strettamente ai temi di campo: l'esperienza di Prandelli è fin qui contrassegnata da alti e bassi.
"Arrivato a stagione in corso come terzo allenatore, Prandelli ha fin da subito dovuto fare i conti con qualche scelta arbitrale ai danni del Genoa. Dal mercato di gennaio è uscita una squadra rinforzata più solida perchè rinforzata a centrocampo con i vari Lerager, Radovanovic e Sturaro, ma con tante difficoltà in più a fare gol vista la partenza di Piatek. Sanabria era partito bene ma ora si è fermato; non è uno che fa reparto da solo come il polacco ma gli serve una squadra dietro che lavori con lui e lo serva con palloni bassi. Quindi il motivo degli alti e bassi è l'attuale poca prolificità sottoporta. Non a caso contro le grandi (Juventus e Napoli) i rossoblù sono riusciti a fare punti, mentre negli scontri diretti contro squadre che lottano per la salvezza è stato vinto solo quello di Empoli".
E dal Torino cosa ti aspetti? Anche per i granata quella del "Ferraris" è una partita molto molto delicata.
"Sarà una partita difficile per il Genoa, anche se le assenze di Zaza e Falque impediscono a Mazzarri di avere qualche alternativa davanti. Il Torino mi pare una squadra che non offre un grande calcio ma si basa su solidità e fisicità. Oggettivamente i granata hanno qualcosa in più del Genoa. Mi aspetto comunque una partita maschia e combattuta, difficile per entrambe le squadre. Se sul piano della determinazione il Genoa sarà lo stesso visto contro Juventus e Napoli, allora se la può giocare. In condizioni normali a fare la differenza potrebbe essere il fattore campo, ma come dicevamo prima si rischia di giocare in un'atmosfera davvero surreale al "Ferraris".
Il tifo genoano sente ancora il gemellaggio con quello granata?
"Dopo quell'episodio del 2009 il rapporto magari non è più solido come prima, ma il tempo ha smussato i dissapori, poi comunque le persone all'interno del tifo organizzato cambiano e così anche gli equilibri. Mi sembra che tendenzialmente il buon rapporto della tifoseria genoana con quella granata ci sia sempre. Detto questo, a me piacerebbe un calcio in cui tra tutte le tifoserie ci fosse rispetto reciproco".
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