Il match di ieri sera riapre un antico dibattito nel mondo del calcio: una squadra che dimostra di essere nettamente superiore ad un'altra chiudendo la partita anzitempo dovrebbe rallentare e non infierire oppure è corretto che continui con il piede premuto sull'acceleratore fino all'ultimo secondo? L'Atalanta ha sicuramente proseguito a giocare e a dominare al "Grande Torino" sui resti granata fino al 90'. Ha segnato 7 gol, ma avrebbe voluto e potuto firmarne almeno un altro paio nel finale. Gianpiero Gasperini ha inserito, ad esempio, un Muriel molto motivato perché voglioso di ritagliarsi uno spazio nella trionfale nottata torinese. Tutto giusto, dunque, nell'atteggiamento della Dea, tranne alcuni gesti di scherno censurabili che si sono verificati al tramonto della gara.
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Atalanta, giusto non fermarsi a Torino? Sì, ma alcuni gesti sono censurabili
Focus on / La Dea ha fatto bene a giocare a tutta fino al 90'. Brutta, però, la battuta di un calcio di punizione con la "rabona" di Pasalic a fine partita sullo 0 a 7 con il Toro in 9
"RABONA" DI PASALIC - Indubbiamente deplorevole la battuta di un calcio di punizione a metà campo di Pasalic con la "rabona" con Belotti a due passi. Quel gesto ha innescato la replica infastidita da parte dei granata all'uscita dal campo. Vincere va bene, trionfare va bene, schernire in maniera gratuita l'avversario non è accettabile, soprattutto quando l'avversario è ferito. L'aggravante è rappresentata dal fatto che il Torino ha concluso la gara in nove uomini dopo l'ingenuità di Izzo, già ammonito, e il fallo tutta frustrazione di Lukic (rosso diretto). Dunque, Pasalic, anch'egli subentrato come Muriel, avrebbe dovuto risparmiarsi la "rabona " al 90' sullo 0 a 7 per la sua squadra con dall'altra parte una formazione scornata e con due giocatori in meno.
GIOCARE PER RISPETTARE - Da censurare Pasalic, non l'atteggiamento proposito dell'Atalanta. La Dea ha francamente incantato a Torino, favorita da un Torino arrendevole praticamente dal 1' al 90'. I bergamaschi hanno dimostrato anche nel non fermarsi sullo 0 a 5 di aver maturato una mentalità più europea. Negli altri campionati, infatti, è inconcepibile pensare di non spingere fino all'ultimo secondo. Ad esempio, in Inghilterra è lo stesso regolamento della Premier League ad invogliare le squadre a giocare al massimo tutta la gara, visto che la prima discriminante in caso di pari punti in classifica è la differenza reti e non gli scontri diretti, come accade in Italia. Pertanto, l'Atalanta ha fatto il suo non mollando alcun pallone nemmeno sullo 0 a 7 e, secondo una linea di pensiero, ha rispettato in questo modo l'avversario. Tuttavia, alcuni dettagli hanno stonato sullo spartito nerazzurro, macchiando un pochino la sinfonia.
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