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di Paolo Morelli
Oggi c’è la Reggina, ci sono Bianchi e Amoruso: un’amarcord. Non si sa se segneranno, ma è probabile che verranno accolti tra gli applausi, del resto...
di Paolo Morelli
Oggi c’è la Reggina, ci sono Bianchi e Amoruso: un’amarcord. Non si sa se segneranno, ma è probabile che verranno accolti tra gli applausi, del resto in Calabria hanno lasciato un bel ricordo. Ma l’attacco granata si compone di tre elementi: c’è anche il fantasista, Rosina, o Rosinaldo. Il folletto granata in grado sempre di infiammare il proprio pubblico con qualche brillante intuizione. Dall’altra parte però di fantasista ce ne sarà un altro. Anzi, per essere precisi, saranno in due a giocarsi il ruolo di fantasista dal primo minuto, al fianco di Corradi.Il primo è Brienza. Fa parte anche lui di quei giocatori “scaricati” dal Palermo a gennaio dell’anno scorso, che poi hanno fatto pentire (almeno un po’) Zamparini, anche se non l’ammetterebbe mai. 29enne di Cantù, ha segnato sette reti nell’ultima metà dello scorso campionato, contribuendo alla salvezza al cardiopalma della formazione amaranto. Poi c’è Di Gennaro. Under 21 classe ’88 in prestito dal Genoa (che lo ha rilevato in comproprietà dal Milan, col quale aveva esordito in serie A), l’anno scorso in luce col Bologna (anche lì in prestito) in serie B, dove ha messo insieme 22 presenze per due reti. Segna un po’ meno di Brienza, ma ha un’ottima visione di gioco unita ad una buona tecnica che – come il suo compagno di reparto – gli permette di proporsi spesso come uomo-assist per i compagni.Dunque un Rosina opposto ad un Brienza-Di Gennaro, con maglie diverse ma con la stessa voglia di vincere. Il numero dieci granata è in cerca di continuità e di un gol su azione (due reti su altrettanti rigori nelle due gare finora disputate), i due amaranto sono invece in cerca di un posto da titolare e del riscatto dopo la sfortunata sconfitta di Verona. Una sana competizione che può dar luogo ad una gara combattuta fino alla fine, con tanto spettacolo e tanta grinta sia da una parte che dall’altra. Coi rispettivi fantasisti al centro delle ambizioni delle due squadre. Spazio allo spettacolo quindi, spazio a quei due, o a quei tre.
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