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Nel calcio bisogna fare di necessità virtù. Il Torino aveva Matteo Sereni, un grande portiere. Nella sessione estiva del mercato la strada dei granata e quella di “Tyson” si sono...
"Nel calcio bisogna fare di necessità virtù. Il Torino aveva Matteo Sereni, un grande portiere. Nella sessione estiva del mercato la strada dei granata e quella di “Tyson” si sono allontanate dopo tre anni insieme e quasi 100 partite in campionato. Petrachi è dunque dovuto tornare sul mercato per tesserare un estremo difensore di grande valore, in modo da sostituire degnamente l’ormai ex numero 1. Innanzitutto il DS si è premunito di riconfermare Morello, vice di Sereni la passata stagione, in modo da avere una base solida da cui partire. Poi, con calma, si è mosso per portare agli ordini di Lerda degli altri uomini per completare il reparto. Dapprima è arrivato Davide Bassi, poi anche Rubinho. Morello è l’uomo che ha iniziato il campionato, poi, dopo un’incertezza con il Cittadella è stato scavalcato nelle gerarchie sia dal brasiliano ultimo arrivato che dal collega italiano.
"Dopo 14 gare è ormai diventato evidente come il titolare nella testa di Lerda sia Rubinho. Il brasiliano è tra i tre il portiere che ha giocato per più minuti, mentre spesso Bassi si è accomodato in panchina e Morello si è visto costretto a finire in tribuna. Il sudamericano è l’uomo con il curriculum più prestigioso, avendo giocato in Serie A con Genoa, Palermo e Livorno. In porta si è sempre distinto per interventi efficaci, anche se alcune volte decisamente poco belli da vedere. In particolare il giocatore paulista non ha mai impressionato nei rinvii con i piedi, sia quando la palla era in gioco, sia sulle rimesse da fondo campo.
"Ieri sera il brasiliano era fuori a causa di un problema al collo che non gli avrebbe permesso di rendere bene in campo, così in porta ci è finito il suo sostituto: Davide Bassi. L’ex empolese, ad essere sinceri, non è stato realmente impiegato. A parte qualche intervento di routine non è mai stato chiamato a balzi felini o uscite spericolate. Tuttavia, per quel poco che si è visto, il numero 41 granata ha dato sicurezza al reparto arretrato: le volte che si è trovato con la palla tra i piedi non ha sbagliato il passaggio, né ha commesso errori nei rilanci. Le gerarchie, per il momento, sono consolidate e lui si è calato perfettamente nella figura di portiere di riserva. Continuando con questo spirito potrà essere un giocatore su cui fare ciecamente affidamento per il futuro.
"(Foto: M. Dreosti)
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