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”Basta polemiche, qui si parla del nulla”

Redazione Toro News

di Salvatico / Crocifisso

Il Capitano entra in sala-stampa a passo svelto, si siede e non aspetta neppure una domanda: inizia subito a parlare. “Una...

"di Salvatico / Crocifisso

"Il Capitano entra in sala-stampa a passo svelto, si siede e non aspetta neppure una domanda: inizia subito a parlare. “Una premessa prima di tutto”, esordisce. “E' assurdo quello che ho letto su qualche giornale; qui si sta veramente parlando del nulla. E' stata usata una mia frase in maniera non solo sbagliati, ma distruttiva. E sì che penso di parlarlo bene, l'italiano”. Mai sentito un Rolando Bianchi usare un tono di voce meno che dolce e cortese, prima; oggi, sì. “Io -precisa- ho detto che cambiando tanti giocatore è normale che poi ci voglia tempo. Non ho detto che si cambia sempre tutto, che si cambia ogni anno”. Continua: “Ci vuole pazienza, dunque, perché le difficoltà sono inevitabili; ma ho letto cose che davvero mi hanno dato fastidio. Io, personalmente, mi sono sempre preso le mie responsabilità, e ci ho sempre messo la faccia e anche di più; e cose come quelle che sono state scritte mi fanno restare davvero male, non penso di meritarle”.

"Bianchi ha addirittura portato con sé le fotocopie di tutto ciò che è stato scritto e che oggi intende contestare con la propria verità. “Dico basta cercare la negatività e la polemica. Sono sicurissimo di ciò che ho detto, e dispiace essere interpretato male”. Viene chiesto se, allora, magari Petrachi stesso avrebbe potuto evitare di parlare con i media e avrebbe potuto farlo direttamente con lui; ma l'attaccante ha in mano il manicotto dei pompieri, e intende continuare ad usarlo: “E' andata così, ma va bene lo stesso, mica nascono problemi per cose simili”. E poi, chiude definitivamente con l'argomento: “Non voglio più tornare su questi argomenti; ma basta cose così”, dice con voce secca, visibilmente infastidito. “Mi interessa solamente di sabato”. Già, e allora torniamo a parlare di calcio.Un'altra neopromossa, ma non è un dato su cui soffermarsi; semmai, “un motivo in più per essere chiamati a fare bene. Vogliamo vincere”, dice Rolandinho, “dare sempre di più”. Polemiche sul modulo di Lerda, che porterebbero il centravanti a sacrificarsi; il suo modo di vederla: “E' un atteggiamento diverso, penso che mi farà crescere tecnicamente e tatticamente”. Sulla Serie B: “Non penso ci sia una squadra ammazza-campionato, non ancora. Si vince tra Marzo ed Aprile, ora è prematuro fare certi discorsi”. Ma, visto che al pubblico viene chiesta pazienza, è lecito domandare quanta ce ne vorrà. “Il gruppo definitivo è insieme in pratica dal 1 Settembre; almeno un paio di mesi ci vogliono”. E' un gruppo che gradisce la pressione, viste le due ultime due settimane e relativi risultati? “Non penso proprio”, risponde sicuro Bianchi; “magari si potesse essere sempre sereni. E no, non abbiamo perso umiltà; a Pescara c'erano anche loro in campo, sono stati bravi, noi solo discreti nel primo tempo e poi basta”.Gli ultimi pensieri sono sul valore del Toro, e viene citato il giudizio del presidente Cairo sul “più forte gruppo degli ultimi cinque anni”. Il numero 9 granata non vuole neppure tentare una risposta: “Parliamo di squadre diverse in cui sono cambiati tanti giocatori, e soprattutto si è giocato prima in A poi in B, non si può fare un paragone. Lui l'ha fatto? Lui può, è il presidente, avrà le sue ragioni per ritenere di farlo. Ma personalmente io non voglio, non è giusto, è tutto diverso il contesto”. Un'altra porta che il ragazzone bergamasco vuole chiudere è quella del mercato che fu: “Non ho mai chiesto di essere ceduto a Giugno”, dice; “vorrei che la si smettesse con queste parole, se sono rimasto qui vuol dire che mi trovo bene, non vi pare?”. E per chiarire definitivamente chi abbia cagionato il suo cattivo umore di questi giorni, quando si dice che a Torino c'é poca pazienza Bianchi precisa “è vero; ma da parte dei giornali, non dei tifosi. Ogni volta che si perde una partita, nasce un caso, non è possibile”. E poi, il Capitano va in palestra e quindi in campo a lavorare.