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Benedetti no

Redazione Toro News

A Gennaio facemmo per primi il nome di Alen Stevanovic, diciannovenne mezzapunta dell'Inter, e rivelammo quanto...

A Gennaio facemmo per primi il nome di Alen Stevanovic, diciannovenne mezzapunta dell'Inter, e rivelammo quanto avvenne due anni fa, ossia che il ragazzo sostenne un provino per il Torino di Cairo ma venne scartato. La cosa scatenò 48 ore di discussioni ed aspettative, salvo interrompersi bruscamente quando a mettere la parola "fine" alla vicenda provvide José Mourino in persona: "Lui è fantastico, lo voglio tenere in squadra" (salvo poi non utilizzarlo mai). La buona notizia è che, ora, il giovane serbo viene nuovamente accostato alla maglia granata.

La cattiva è che, come divenuto di dominio pubblico da ieri, questo avverrebbe perché, in cambio, Moratti otterrebbe Simone Benedetti. Si tratterebbe probabilmente di uno scambio di comproprietà, ma in realtà sulla possibile formula di compravendita per ora non disponiamo di certezze; aggiungiamo che da più parti giurano di un rinnovo di contratto prossimo, ma parliamo qui dell'ipotesi di cessione, qualora fosse confermata. Il figlio d'arte granata, chiamato dalla squadra più forte (risultati alla mano) del mondo, non avrebbe resistito, e se questo da un lato si potrà comprendere, dall'altro non basterà comunque a lenire il rammarico della tifoseria granata per aver perso un ragazzo che è cresciuto con il Toro e dentro al Toro fin da quando ero nella culla. Un'eccezione, una perla rara che aveva appena iniziato a far intravedere il proprio talento.

Ed è questa, la grande differenza rispetto a quanto avveniva qualche anno fa, quando il vivaio granata sfornava in quantità talenti come Benedetti: allora, il Torino metteva in mostra le qualità dei suoi prodotti per un paio d'anni, prima di eventualmente cederli al ricco e potente club di turno. Qui, ci si ferma prima di aver goduto insieme anche solo un po', ci si ferma ai preliminari, con la sensazione di non aver nemmeno potuto capire con chi davvero si aveva a che fare, ma solo potendola intuire.Si può fare qualcosa, per fermare un diciottenne chiamato dalla squadra più forte del mondo? Forse no. Ma se le cose non nascono mai per caso, allora le responsabilità vanno cercate andando a monte, guardandosi indietro. Guardando alla scorsa stagione, quando un ragazzo già promettente pensava ad un contratto professionistico "serio" o quasi, e la dirigenza (Foschi era il ds, ovviamente Cairo il presidente) non lo considerò una priorità. Perdendo così un patrimonio tecnico per Lerda, un simbolo importante per i tifosi ossia per il Toro, ed in ultimo anche un possibile gruzzoletto per la società stessa che tra un anno o due avrebbe potuto cederlo ottenendone un certo guadagno.

Dunque, al di là di tutto, ciao Simone. Ti salutiamo dedicandoti spazio e pensieri che nemmeno calciatori più affermati ed esperti meritano od ottengono; forse proprio per quella valenza di "simbolo" di cui tu (con Gianmario Comi) eri stato investito. In fondo erano stati gli altri a cucirti addosso questi significati, tu sei un ragazzino che non ha scelto né il proprio (cog)nome, né la città e la squadra di nascita e di elezione. C'é comprensione per te, in queste ore, da parte di molti tifosi, e un filo di rabbia (quella che si può nutrire per un adolescente di 18 anni); e anche un po' di timore per te, che in un posto così grande tu ti possa smarrire, come accaduto a Luca Mezzano e a tanti come lui. Ti auguriamo a te non accada, hai talento e hai -hai sempre avuto- una famiglia di quelle che non tutti hanno, alle tue spalle.

La maggior parte della rabbia viene invece riservata a chi ha fatto sì che questo potesse accadere, che il ragazzo che solo cinque giorni fa veniva schierato per 90 minuti da Franco Lerda potesse essere lasciato lì, a mostrare le sue doti al mondo, privo di un vincolo, praticamente preda di chiunque avesse occhi e qualche soldo in più. Non si tratta di chiedere di tenere tutti i giocatori amati, di comprare senza vendere nessuno, i tifosi sono molto più ragionevoli di come spesso li si dipinga; il fatto è che cedere -per esempio- Sereni può dispiacere, ma attingendo alla riserva di comprensione e buonsenso che tutti abbiamo in cuore si può accettare la cosa; perdere Simone Benedetti oggi, non fra due anni ma oggi (sempre che la sua cessione all'Inter venga confermata, si ribadisce), prima ancora che abbia avuto il tempo di diventare un calciatore, risulta davvero inaccettabile.

(foto M.Dreosti)