Alex Berenguer si racconta in esclusiva ai microfoni di El Mundo, quotidiano spagnolo. L'esterno originario di Pamplona parte dal descrivere la situazione attuale a Torino e di come ha vissuto il primo periodo: "Non vedo nessuna persona per la strada, è tutto vuoto. Inizialmente mia madre mi diceva: 'Non durerà molto'. E io le rispondevo: 'Quando arriverà anche lì da te, te ne renderai conto'. Inizialmente continuavamo ad allenarci normalmente, anche se non giocavamo partite perché alla fine le hanno rinviate. Finché un giorno ci dissero che dovevamo chiuderci in casa". Poi continua sull'argomento parlando anche della sua quarantena con la fidanzata: "La compagnia mi fa bene, fossi stato da solo in questi giorni mi sarei strappato i capelli. Prima di venire a Torino non mi ero mai mosso da casa mia a Pamplona, con i miei genitori, i miei zii e i miei parenti. Quindi il primo anno da solo a Torino ho avuto qualche difficoltà, ma adesso mi sono adattato al meglio".
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Berenguer: “Sirigu mi disse, vieni al Toro. Pronti ad aiutare la gente”
Le parole / L'esterno spagnolo racconta il suo periodo di quarantena a Torino, lui che prima di approdare in granata non era mai stato lontano dalla famiglia
SMART WORKING - In un momento del genere cambiano anche le priorità delle persone, così come per Berenguer: "Adesso il calcio non conta più, è passato in secondo piano. Le cose più importanti ora sono la vita, le persone e coloro che rischiano la propria vita per salvare quella degli altri. Loro sono quelli che si meritano il meglio. Alla fine noi giocatori di calcio siamo fortunati dal punto di vista economico. per cui devo in qualche modo aiutare la gente che invece è meno fortunata. E se è con i soldi, sarà con i soldi". Dopodiché Berenguer parla anche del suo smart working: "Alla fine faccio un'ora e mezza di sport al giorno e questo aiuta a passare il tempo. Un giorno alla settimana facciamo una videochiamata e ci alleniamo tutti insieme con la squadra. È molto bello".
CAIRO E SIRIGU - Anche il presidente Cairo è sempre in contatto con i suoi giocatori: "Gli piace molto il calcio" spiega Berenguer. Su Sirigu, con cui aveva già giocato nel 2017 ai tempi dell'Osasuna: "Un giorno ero a casa e mi chiama, mi dice che sarebbe andato al Torino e prova a convincermi ad andare al Torino insieme a lui. Diceva che qui c'erano brave persone e la verità è che non mi posso lamentare". Sul calcio italiano: "Qui se vuoi prendere il pallone, trovi subito un avversario dietro di te che ti morde le caviglie". Infine: "L'importante adesso è che stiamo tutti bene e speriamo che potremo tornare alla normalità quanto prima".
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