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Ormai il fatto che non parta conta poco. Quello che interessa è vedere come attorno a Bianchi sia stata fatta terra bruciata, probabilmente con colpe che vanno quasi equamente distribuite tra le parti. Perché in fondo, e lo...
Ormai il fatto che non parta conta poco. Quello che interessa è vedere come attorno a Bianchi sia stata fatta terra bruciata, probabilmente con colpe che vanno quasi equamente distribuite tra le parti. Perché in fondo, e lo diciamo come 'controparte', sarebbe bastato che in queste ultime settimane più che far parlare gli altri ed esprimersi solamente sui social (legittimo, certo, ma lontano come messaggio), il diretto interessato avesse parlato, apertamente e direttamente. In pubblico, per mandare un messaggio diretto alla società e soprattutto ai tifosi.
PAROLA AI TIFOSI - Oggi più che mai divisi, anche quelli che sino alla gara con il Siena, ultima apparizione casalinga da capitano e da titolare, non avevano nessun dubbio e non perché annebbiati da tifo o preconcetti. ‘Bianchi non si tocca’, era la frase della maggioranza. Relativa, ma pur sempre maggioranza anche se con sfumature diverse. Oggi quel ‘non si tocca’ va trasformandosi, anche alla luce di risultati effettivi del campo, di una crescita globale del pacchetto offensivo che è corrisposta all’arrivi di Barreto ma anche alla ritrovata serenità di Meggiorini. E attorno si moltiplicano i candidati, ché non è la partenza di Sansone ad aver scombinato le gerarchie,
PAROLA A VENTURA - Così interessa poco sapere se Bianchi domani sera dalle 19.01 (magari pure in anticipo) non sarà più un giocatore del Toro, chè lo diventerà formalmente dal giorno successivo non avendo prolungato il contratto. Attenzione, lo diciamo nella maniera più neutra, prendendo atto di un fatto, ossia la scadenza improrogabile di giugno e la possibilità per lui sin dal 1° febbraio di guardarsi attorno. Ventura non lo dice, ma intanto lo fa capire. Sta guardando oltre, anche dietro alle spalle di quello che indiscutibilmente è stato il suo capitano per una stagione e mezza, lo sarà probabilmente in campo o nella considerazione dei tifosi almeno sino al 19 maggio. Degnissimo di quella fascia e di questa maglia, pensando anche alle tempeste che ha dovuto attraversare nel frattempo, con rapporti non sempre idilliaci almeno con parte dell’Olimpico, con una squadra che di soddisfazioni vere glie ne ha sempre concesse poche, con una carriera che alla soglia de trent’anni non può certo dirsi compiuta.
PAROLA A ROLANDO? - Se sabato in campo dal 1’ dovesse esserci ancora lui, e diamo per scontato che sino a venerdì sia alla Sisport vista l’aria che tira, sarebbe un attestato più che una promozione. Ma il Toro guarda avanti, ringiovanisce e taglia il monte stipendi. Una politica condivisibile o meno ma che ha comunque un suo sen so logico. Se Rolando parlasse (e forse prima o poi lo farà pure) sapremo almeno la sua verità. Ma per ora tocca attenersi alle frasi di circostanza che nulla tolgono e nulla aggiungono all’idea che tutti si sono fatti.Federico Danesi(foto M.Dreosti)
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