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Ed ecco il protagonista più atteso, Rolando Bianchi. Con umiltà e modi gentili, e indosso una maglietta con su scritto "No war", il centravanti affronta le domande dei giornalisti nel post-partita.
"Ed ecco il protagonista più atteso, Rolando Bianchi. Con umiltà e modi gentili, e indosso una maglietta con su scritto "No war", il centravanti affronta le domande dei giornalisti nel post-partita.Bello iniziare così.Sono contento, per la squadra e per l'ambiente, perchè si crea un entusiasmo che può fare bene. Con Nicola e con Rosina mi trovo bene, sono giocatori di grande valore. Ma non dimentichiamo anche Di Michele e Stellone. Il Torino può fare bene, bisogna restare con i piedi per terra.Amoruso, lei lo conosce bene.Nicola è eccezionale. Ha una voglia e una fame incredibili. E' uno che quando si sblocca fa 20 gol. Speriamo si sblocchi al più presto...Partire segnando, quanto Ë importante?Eí sempre positivo, iniziare segnando. Spero di farne tanti altri, perchè io vivo per il gol. Per me è davvero importante. I compagni oggi hanno cercato di farmi segnare in tutti i modi, questa Ë una cosa molto bella. Dopo la pausa ci sarà Reggina-Torino: che cosa proverà?Reggio per me significa molto, ci ho lasciato il cuore perchè mi hanno dato tanto. E' un ambiente straordinario, il presidente Foti mi ha trattato come un padre. Sappiamo che vincere sarebbe molto importante, perchè vorrebbe dire iniziare a correre verso una salvezza da raggiungere il prima possibile.Come mai Rolandinho, che oggi ha fatto meglio del Ronaldinho rossonero, ha scelto il numero 90?No, nessun Rolandinho. E' un soprannome che mi diede il medico della Reggina, ma magari fossi bravo come il brasiliano. Io sono solo Rolli. Il numero l'ho scelto perchè il più simile al 9, il mio preferito.Le hanno fatto piacere gli applausi del pubblico?Certo. Se penso a qualche mese fa, quando tutti quelli che può contenere questo stadio mi fischiavano, non so, quanti saranno? Trentamila? Ecco, se penso a tutti quei fischi, beh, devo fare tanto per entrare nel cuore della gente. Devo fare ancora tanto.
Foto: Maurizio Dreosti
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