Le Voci

Bremer si racconta: “A Mazzarri e Sirigu devo tanto. Sogno il Mondiale in Qatar”

Andrea Calderoni

Come reputi questo passaggio dal Brasile all'Italia a distanza di tempo?

"Il calcio italiano è molto interessante. Qualcuno prima di partire mi aveva detto che l'Italia è la miglior palestra per un difensore: a distanza di tempo dico che aveva ragione. La Serie A è il top per un difensore". 

Ti sei scoperto anche bomber. Ti piace segnare?

"Sì, parecchio. Non c'è gioia migliore del gol. Amo difendere, ma segnare è tanta roba. In Brasile facevo anche gol in campo aperto perché c'erano più spazi. Il mister mi dice sempre di sfruttare lo spazio e se recupero palla in avanti devo provarci. Anche ai terzini dico di guardare in mezzo e di mettermi la palla giusta se sono in attacco perché voglio segnare". 

Sei arrivato in fretta alla doppia cifra. 

"Non in fretta. C'è ancora tanto da fare". 

Ti alleni in modo specifico per il gioco aereo?

"Sì, tanto. Quando arriva la partita, se sbaglio un gol mi arrabbio e ci ripenso tutta la settimana". 

Su cosa ti sei concentrato soprattutto in questi anni?

"Sull'apprendere la lingua perché devi capire. La tattica poi l'apprendi. Mazzarri mi ha dato una grossa mano. Mazzarri vuole la marcatura a uomo che in Brasile non esiste. Lui mi diceva sempre che in area si deve marcare e bisogna mettersi bene con il corpo. E poi il suo collaboratore Claudio Nitti mi diceva che non giocavo il pallone velocemente. Mi ha fatto migliorare tanto e mi sono fermato spesso al Filadelfia per apprendere i segreti". 

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