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Cairo: dopo gli onori, gli oneri…

Cairo
Tocco di Mano / Il presidente potrebbe avviare un processo di patrimonializzazione, che sia utile al club. Ma da rivalutare c'è quella che oggi è una zavorra
Manolo Chirico

Torino-Sassuolo, squadre in campo per il calcio d'inizio: un caloroso benvenuto dallo Stadio Mao Tse-tung! Provocazione di cattivo gusto? Sì. Però, la città di Torino ha finalmente dato l'ok e quindi dedicato a tutti gli effetti una vera struttura sportiva agli Invincibili. Contro i neroverdi si potrà dire: benvenuti allo Stadio Grande Torino. Ciò non toglie che il presagio funesto, di cui sopra, possa davvero presentarsi un giorno all'orizzonte.

La struttura, per quanto in concessione al Toro per i prossimi dieci anni - recitava un vecchio comunicato: "rispetto ai nuovi termini di concessione dello Stadio Olimpico alla Società Calcistica Torino F.C. S.p.A. Nell’atto amministrativo, che avrà valore decennale, il canone annuo viene fissato a 500 mila euro" - è ancora in affitto e su di essa gravano mutui ed ipoteche.

Laddove un giorno una delle tante cordate cinesi che vanno di moda ora decidesse di rilevare l'intera struttura, per farvi un campo da baseball, o più drasticamente un parcheggio, ecco che l'impegno di tanti tifosi andrebbe vanificato. Se la stessa cordata decidesse di comprare lo stadio ed intitolarlo a leader del partito di un tempo, ecco che nella più rosea delle ipotesi ci ritroveremmo a commentare le partite nello Stadio Olimpico Grande Torino Mao Tse-tung - ammesso e non concesso che i tifosi accetti passivamente un simile oltraggio alla storia granata -: che fastidioso pasticcio...

Una soluzione preventiva e definitiva, però, esisterebbe eccome: il presidente Cairo potrebbe avviare un concreto processo di patrimonializzazione, contrattando su ogni singolo centesimo con l'amministrazione pubblica. E non venitemi a raccontare la favola de: Il Gigante su cui gravano le ipoteche. Perché a quella storiella non ci crede più nessuno. É il cane che si morde la coda: nessuno compra perché ci sono le ipoteche, le ipoteche non verranno rimosse finché nessuno si farà avanti per comprare.

La situazione attuale, in realtà, è la seguente: pur affittandolo, pur vendendo parte della pubblicità all'interno, pur organizzandoci eventi di ogni tipo, il Comune di Torino ad oggi si accontenta di perderci "solo" 500mila euro all'anno dalla gestione comunale dell'impianto. Tanto costa alla Città, al netto di tutto, gestire lo stadio di corso Agnelli. Motivo per cui, non vede l'ora di sbarazzarsene. L'Avvocatura, come per il Filadelfia, si è detta ben disponibile a rimuovere le suddette ipoteche che affliggono il Gigante, basta che qualcuno si faccia avanti con una proposta d'acquisto concreta.

Va detto che ad oggi lo Stadio da solo non basta. Così come è stato concepito, infatti, può essere utilizzato esclusivamente per gli eventi sportivi e i concerti. Ma perché un processo di patrimonializzazione possa rendere davvero, l'intera struttura di proprietà deve essere messa nelle condizioni di rendere 7 giorni su 7. E per tutto l'anno.

E qui dovrà entrare in gioco l'amministrazione pubblica: garantendo uno pacchetto e delle condizioni valide ad uno sviluppo non solo sportivo e ricreativo, ma anche puramente commerciale.

Solo a quel punto potrebbe entrare in gioco Cairo. Trattando con il Comune come spiegato poco prima. Fassino - lo ha fatto pubblicamente nell'ultima riunione - si è detto più che disponibile a riservare parità di trattamento al Torino, nel caso intendesse creare una Cittadella Granata nei pressi del vecchio Borgo Filadelfia.

Stadio Grande Torino di proprietà - e per sempre così chiamato -, nuovo Filadelfia e centro sportivo per il vivaio al Robaldo: un immenso progetto che non può far altro che il bene del Toro.