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Quello tra Toro e Juve non è un derby solo sul campo ma anche fuori, specie per quanto riguarda la questione dei guadagni legati ai diritti TV. Che le due società non siano sullo stesso “livello” economico e sportivo è chiaro a tutti: i bianconeri sono la società che in Italia guadagna più di tutte e ogni anno chiudono con un bilancio ampiamente in attivo, cifre che il Toro e le altre squadre medio-piccole riescono solo a immaginare. Dal canto loro però, anche i granata sono tra le società della Serie A più virtuose dal punto di vista della gestione economica. Da quando si è instaurato il binomio Cairo-Petrachi - con l'ex mister Ventura a completare il trittico di successo - infatti il Toro ha rivoluzionato completamente la sua politica imprenditoriale, facendo delle plusvalenze e dell'autofinanziamento un punto di forza su cui costruire una solidità economica tale da poter programmare un roseo futuro su fondamenta resistenti.
Si sa: una gran parte degli introiti che le squadre percepiscono derivano dai famigerati "Diritti TV", nei quali la società degli Agnelli domina in lungo e in largo. In un’intervista rilasciata qualche giorno fa al “Corriere dello Sport”, il patron granata si sofferma proprio su questa questione: secondo lui, il fatto che la Juventus sia così forte e continui a conquistare uno scudetto dietro l’altro non è una situazione vantaggiosa per il nostro calcio. “Il calcio italiano oggi dovrebbe veder crescere la competizione al suo interno - ha dichiarato il patron alessandrino - Nel senso che avere una squadra dominante come la Juventus che vince cinque scudetti, forse sei, di fila, credo non faccia bene al calcio, perché quando l’esito è troppo scontato la gente si diverte di meno. Per fare questo però si devono redistribuire le risorse in maniera diversa.”
L’appunto di Cairo è spinoso vista la spaccatura legata ai diritti TV. In Italia, infatti, molti dei guadagni sono ottenuti in base al numero dei tifosi e ai risultati sportivi ottenuti. Ora, è chiaro che una società come quella bianconera sia tra le più agevolate in questo senso, allo stesso tempo però - per permettere alla Serie A di crescere - il divario con le altre squadre dovrebbe diminuire. La questione è piuttosto scivolosa e da tempo ormai in Lega non si fa che discutere a riguardo, tanto da scatenare due diverse fazioni. Da un lato ci sono le “grandi” come Juve, Milan, Inter, Roma, Napoli che lottano per far sì che la situazione resti invariata, e da un lato le “medio-piccole”, tra cui la società granata, che si oppongono e chiedono che gli introiti vengano distribuiti in maniera diversa e più equa. Il numero di tifosi delle “grandi” rappresenta circa l’80% del numero totale, quindi è scontato che le società si battano per continuare ad utilizzare questo sistema, e se alle “piccole” non viene data l’opportunità di crescere e rinforzarsi, continuerà a esserci una netta differenza anche nell’andamento del campionato, cosa che Cairo ha voluto far intendere con le sue dichiarazioni.
Barbara Granieris
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