Le dichiarazioni delle scorse ore di Urbano Cairo hanno arricchito il libro societario di un nuovo capitolo. "A settembre 2025 farei 20 anni. Se il 2 settembre sarò presidente saranno vent’anni. Non voglio vendere il Toro, sono molto legato per la passione. Poi ho detto che se qualcuno più ricco o più bravo di me arrivasse con la voglia di fare meglio, io sarei disponibile a vendere. Non voglio rimanere a tutti i costi, ma al momento non è venuto nessuno" ha esordito il numero uno del Torino. Parole in controtendenza rispetto alle ultime che sembravano proiettare Cairo lontano dal Torino ("Non scommetterei un euro nella mia presidenza tra un anno"). Sempre a Radio Sportiva il presidente granata ha aggiunto: "Red Bull e arabi? Storia totalmente inventata dai giornali, in particolare da La Stampa, ho parlato anche con il direttore che era convinto di avere fonti certe, ma gli ho spiegato che è impossibile". In altre parole: porte chiuse, almeno a voce, a possibili interessamenti di gruppi esteri.
Il tema
Cairo e la cessione del Torino: quello che sappiamo fino a questo momento
Già nel 2010 dichiarazioni simili: ma la possibile cessione rientrò in meno di un anno
—In effetti, le voci di un Cairo prossimo alla vendita erano state tante e sono state riprese da media di svariata natura, anche generalisti. Cairo ha voluto precisare che nessuno ha ancora bussato alla porta. La situazione non è poi così differente rispetto a quella che si verificò nel 2010 quando Cairo era al timone da appena 4 anni. "Non voglio rimanere in paradiso a dispetto dei santi e ho deciso di mettere in vendita il Toro. Lo darò a chi è più ricco, più capace, più organizzato e più tifoso di me". Sembra attualità, ma queste parole dell'imprenditore alessandrino sono datate 2010. Alcune similitudini con l'attualità ci sono in quelle parole rilasciate all'epoca a La Stampa (era il 26 febbraio 2010), alcuni concetti quindi si ripetono. Nel 2010, però, tutto si spense in meno di un anno. Le parole spese da Cairo ieri, sabato 14 dicembre, vanno nella direzione di gettare un po' di acqua sul fuoco o quanto meno di sviare l'attenzione rispetto a possibili trattative. Al momento la situazione resta in una nebulosa.
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