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Cairo: “Giocatori via a zero? Ingiusto, alle società almeno un indennizzo”

Redazione Toro News

Le parole di Cairo in occasione del Festival dello Sport di Trento

Un forum con personalità importanti per parlare dei problemi del calcio italiano. In occasione del Festival dello Sport di Trento è intervenuto il Presidente del Torino Urbano Cairo, in un dibattito moderato dal vicedirettore Gazzetta dello Sport, Andrea Di Caro, che ha visto anche la partecipazione di Javier Tebas, Zvonimir Boban e Paolo Dal Pino. Queste le parole patron granata riguardo i problemi economici derivanti dalla pandemi che stanno incontrando le società di Serie A: "Il problema del calcio adesso è che con la pandemia ha perso un miliardo, e il conto aumenta fino a cinque se si considerano gli altri principali campionati europei. Oggi c'è grande interconnessione tra i campionati e i miliardi persi impattano su tutti, di conseguenza i prezzi dei giocatori sono più alti perchè le società vogliono rientrare dalle perdite".

POSSIBILI SOLUZIONI - Il numero uno del Torino propone poi delle soluzioni, vista la presenza di ospiti importanti sul palco. "A mio parere sono necessari, per aumentare i ricavi, 3 step fondamentali. 1. Gli stadi pieni con capienza massima aumentata al 100%, che garantiscono introiti importanti dato che i costi dei biglietti sono elevati. 2. Bisogna sviluppare i ricavi esteri dei diritti tv. In Italia siamo indietro rispetto alla Spagna. Nel 2012 avevamo 900 milioni di ricavi esteri, oggi in si è arrivati solo a 1,2 miliardi. Siamo indietro e la crescita è poca. C'era un'ipotesi che avrebbe coinvolto i fondi esteri con un cambio di governance, inserendo manager bravi. 3. Bisogna calmierare i costi dei cartellini dei calciatori, che con la pandemia sono aumentati molto. Poi tanti giocatori si liberano a zero perché non accettano certi ingaggi e per questo c'è depauperamento del patrimonio delle società".

PARAMETRI ZERO - A questo si ricollega Cairo, parlando della tendenza dei calciatori di arrivare a parametro zero senza rinnovare il contratto: "Una società magari cresce un giovane del proprio vivaio, investe dei soldi e delle risorse, e poi lo vede andare via a zero euro. Non credo sia giusto, il club dovrebbe avere almeno una forma di indennizzo. In un momento in cui le società sono in difficoltà, i giocatori in scadenza vogliono di più e il procuratore arriva portando via il giocatore, invece di permettere alla società di monetizzare. I procuratori hanno tanto potere e i giocatori se ne vanno lasciando il club di appartenenza a bocca asciutta". Sul divario con la Premier League: "E' possibile colmarlo. 10 anni fa eravamo vicini ma abbiamo fatto errori, come non capire l'importanza dei diritti tv esteri. L'importante è trovare la direzione giusta, fare scelte giuste coinvolgendo persone capaci".