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Credits Foto: Nderim Kaceli
Quest'oggi a Coverciano si è tenuto l'evento "Il calciomercato al tempo dell’intelligenza artificiale" al quale hanno partecipato anche molte figure delle principali società di Serie A. Tra questi c'era il presidente del Torino, Urbano Cairo, che a margine dell'evento ha rilasciato poi alcune dichiarazioni. Di seguito le parole del numero uno granata raccolte dai colleghi di TMW: "Siamo arrivati all'ultima partita e ci giochiamo le nostre chance. Ci crediamo come sempre, l'ultima gara sarà fondamentale e dobbiamo dare l'anima per ottenere un risultato importante. I ragazzi hanno fatto una grande partita contro il Milan e hanno dato veramente l'anima. Sono stati guidati benissimo dal nostro mister e sono pronti e vogliosi per la partita contro l'Atalanta che sarà molto difficile".
Cairo ha poi parlato della Fiorentina - che può fare da giudice per il Toro nel raggiungimento dell'Europa - e pure del suo rapporto personale con il patron viola, Rocco Commisso, spiegando: "Non ho un rapporto turbolento con Commisso. Quando è successa la disgrazia legata alla morte di Joe Barone, il giorno della camera ardente partii da Milano alle 6.15 in treno per arrivare alle 8.30 e dare l'ultimo saluto al dirigente viola. Non vidi Commisso ma vidi la moglie e gli altri familiari. Ero molto dispiaciuto, mi ero chiarito con Joe Barone il 10 gennaio a Roma. Ci parlammo e ci eravamo abbracciati. Con Joe e con Commisso i rapporti erano appianati. Siamo gemellati e farò il tifo per la Fiorentina in Conference League. Italiano? Ha fatto un grande lavoro alla Fiorentina. Ora è l'allenatore della Fiorentina e non parlo di tesserati di altre squadre".
Tornando sui temi strettamente relativi al Torino, il patron granata afferma: "Sono nel calcio da quasi 19 anni tra up and down, il calcio riserva gioie e momenti più tristi. Ho sempre cercato di dare la mia passione ed il mio impegno, io presi il Torino dopo un fallimento ed era importante tornare a buoni risultati sportivi con sostenibilità. Ho letto un sondaggio secondo cui il 75% degli italiani tiene ad avere una squadra coi bilanci in regola, fra questi anche tanti giovani. Meglio una squadra che possa stare in piedi piuttosto che una che faccia follie in 2-3 sessioni di mercato. Il tutto anche considerando la situazione generale del paese".
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