LE VOCI

Cairo: “I tifosi insoddisfatti hanno ragione, ma non vendo il Torino”

Redazione Toro News

Ci sono delle scelte personali che non rifarebbe? E l'allontanamento di Bava?

"I cambiamenti a volte sono necessari. Parliamo di persone a cui sono legato affettivamente come Comi e Bava. Con quest'ultimo abbiamo fatto nove anni di cui i primi sette molto positivi. Poi ci sono dei momenti in cui senti il bisogno di cambiare perché magari vuoi fare cose differenti. Con Bava nei suoi primi sette anni siamo tornati a vincere trofei e abbiamo anche prodotto buoni giocatori, magari non top player ma gente che ha fatto il professionista. Poi però ci sono dei momenti in cui è giusto fare dei cambiamenti; può succedere che la sintonia non sia più quella che c'era prima, che ci siano dei motivi di risentimento. Bava è stato nominato ds in prima squadra, poi è tornato nel settore giovanile, questo magari ha generato in lui qualcosa, perché se arrivi a essere quello che hai sempre sognato e poi non lo sei più, non sei felice. Però se questo è accaduto è perché magari dei motivi ci sono. Quando arrivò Vagnati chiesi a Bava se voleva tornare alle giovanili, perché non è un cambiamento immediato. Però non era il Bava che conoscevo. Nell'ultimo periodo poi ho visto degli scampoli del vecchio Bava, ma comunque nell'ultimo biennio le giovanili non hanno avuto buoni risultati. Nell'ultimo campionato la Primavera ha avuto problemi grossi, e così anche le categorie sotto. C'era una situazione generale che non andava bene, e comunque lui anche nell'anno in prima squadra coordinava anche la Primavera. Ci sono dei momenti in cui uno arriva al massimo livello, qualcosa non va bene, e allora non tutti accettano volentieri di tornare dove erano. Questo mi ha dato delle sensazioni non positive e ho deciso di cambiare, pur mantenendo relazioni personali positive. Ho conosciuto Ludergnani, che ha fatto sei anni eccellenti alla Spal, eccellenti sia nei risultati che nelle strutture. C'è un video su Facebook che mostra il convitto della Spal. Quando l'ho visto ho pensato: perché una cosa così ce l'ha la Spal e non il Torino, che magari investe anche di più? Il tema è avere l'idea di farlo. Quindi queste sono le cose che ho valutato. Senza dimenticare i sette anni molto positivi che abbiamo avuto, che portarono a un rinnovo".

E Comi?

"E' una persona per bene, un'ottima persona. Ma dopo dieci anni ci stava di fare un cambiamento. Oggi non abbiamo inserito per ora un direttore generale ma abbiamo all'interno della società delle persone che hanno il potenziale per arrivarci. Quindi è giusto liberare la strada davanti per vedere se questo è possibile. Abbiamo inserito in CdA un mio collaboratore molto capace in Rcs Sport, Paolo Bellino. Ha la delega agli impianti sportivi, che devono essere accresciuti e migliorati. Per il Robaldo abbiamo vinto la concessione cinque anni fa, ora sono arrivati i permessi ma cinque anni è un periodo troppo lungo. Il Comune avrà avuto le sue lentezze, ma noi potevamo fare meglio. Quindi avere uno che per tutto il giorno si occupi solo delle strutture è meglio in questo momento. Il Robaldo in questo momento a noi serve tantissimo. Ci vuole uno che dalla mattina alla sera pensi solo a questo, incatenandosi al Palazzo di Città se necessario. Non voglio dare colpe a nessuno, ma io non è che posso fare tutto. Questo è il concetto".