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Foto Lapresse/Ufficio stampa Torino FC
Da un lato la chiara indicazione di puntare sui giovani da valorizzare, dall'altro l'altrettanto esplicita risposta che per essere ambiziosi non sarebbe abbastanza. Le parole pronunciate in conferenza stampa da Ivan Juric prima di Torino-Napoli evidenziano una divergenza di vedute con il presidente Cairo, che in occasione delle celebrazioni del 4 maggio aveva parlato anche della linea da seguire sul mercato. "Siamo reduci da anni complicati, economicamente difficili - ha spiegato il patron granata -. In questa stagione siamo ripartiti in modo diverso, abbiamo un allenatore che ha a cuore il fatto di non voler giocatori già affermati ed è una cosa che piace tanto anche a me. Avevamo fatto così anche con Ventura, con il quale abbiamo sfornato giocatori di altissimo livello. Questa è la direzione che dobbiamo intraprendere". Parole evidentemente ispirate anche dalle esigenze di bilancio del club: "Una volta vincevamo lo scudetto del bilancio, ora lottiamo per non retrocedere", ha commentato il patron, facendo riferimento al rosso di bilancio con cui si è chiuso l'anno 2021.
L'AMBIZIONE DI JURIC - Il patron granata fa spesso riferimento alla volontà di aprire con Juric un ciclo a lungo termine come quello fatto con Gian Piero Ventura, basato sulla valorizzazione dei giovani su cui poter lavorare. E' da vedere però se il tecnico condivida questa idea, che in un primo momento sembrava aver sposato: "Io sono più aziendalista del presidente. Vorrei giovani che possono migliorare come abbiamo fatto al Verona con Ilic, Dimarco e Lovato. La mia idea è costruire con una logica, con la capacità di capire quali sono i giocatori che possono migliorare", disse il tecnico a dicembre, dopo la vittoria interna contro il Bologna. Ma Juric, a distanza di qualche mese, sembra aver cambiato orientamento: "Non bastano i giovani se si vuole puntare in alto, è tutto un altro discorso, i giovani li abbiamo già", e ancora: "Ora la società deve decidere quale strada vuole intraprendere. Vedremo, io non ne ho ancora idea di quel che si vorrà fare. Se ci sono ambizioni c'è poco da dire: bisogna non perdere i giocatori che hai e portarne di forti, altrimenti è tutto un altro discorso. Fare lo step in più non è facile, bisogna fare le cose giuste perché in tanti ci provano ma non ci riescono". La divergenza di vedute oggi sembra evidente. Come evidente appare la necessità di un chiarimento.
LE AMBIZIONI - Le attenzioni sono ora rivolte alle ultime gare di campionato, quindi al termine della stagione sarà fondamentale appurare la sintonia tra allenatore, presidente e anche direttore tecnico. È chiaro in ogni caso che per raggiungere un piazzamento europeo sarebbe necessario allestire una squadra in grado di competere con le prime sette, a meno di limitarsi a sperare in una stagione fallimentare da parte di una di queste. Discorsi che andranno inevitabilmente affrontati al termine della stagione, quando Cairo e Juric dovranno trovare una linea comune in vista della prossima. E se appare prematuro adombrare una possibile rottura, ricordando che il tecnico è legato al Torino da altri due anni di contratto da due milioni a stagione, dall'altro lato l'unità di vedute nel calcio è spesso più importante dei contratti e inoltre non sono mai da escludere eventuali "intromissioni" da parte di terzi club.
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