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UDINE, ITALY - APRIL 10: Urbano Cairo, President of Torino FC looks on during the Serie A match between Udinese Calcio and Torino FC at Dacia Arena on April 10, 2021 in Udine, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Urbano Cairo ha aperto la 10ª edizione del Festival della tv e dei nuovi media di Dogliani. Il presidente del Torino FC, editore di Corriere della Sera e di La7, ha dialogato questo pomeriggio sul palco di Piazza Umberto I con Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio. Diversi i temi affrontati e non è potuto mancare quello riguardante il club granata: "Il mercoledì precedente alla chiusura del mercato - dice Cairo - , Juric ha voluto esprimere la sua opinione: la rispetto come faccio sempre e la tengo in considerazione. Ho fatto un investimento per prenderlo senza fare austerity, perché lo merita. E avendo preso lui volevo dargli ciò che mi chiedeva, nei limiti del possibile e dell’economicamente giusto".
I VOLTI NUOVI - Il presidente del Torino FC prosegue parlando della crisi che sta vivendo il mondo del calcio negli ultimi anni: "Il calcio, non dimentichiamolo, è nella crisi peggiore degli ultimi 30 anni: una perdita del 30% abbondante. Ma ciò che chiede l’allenatore è giusto saperlo, privatamente o pubblicamente, ed è meglio parlarsi con franchezza". Urbano Cairo continua commentando il mercato granata: "Io stavo già intervenendo e poi sono arrivati giocatori interessanti come Brekalo, Praet, lui ha assunto buone informazioni su Zima che non conosceva, è arrivato Pobega e avevamo già preso Pjaca. Juric è un allenatore molto bravo, lo ha dimostrato quando portò il Crotone dalla B alla A e a Verona lanciando tanti giovani e ottenendo risultati importanti con una rosa tutto sommato striminzita".
GLI OBIETTIVI - L'editore di Corriere della Sera e di La7 conclude spendendo due parole su quello che si aspetta da questa stagione: "L'obiettivo non lo dico. Questo è un anno di transizione, gliel’ho detto a Juric: non gli ho chiesto l’Europa, dobbiamo costruire. Abbiamo tre anni di contratto e lo stimo: dobbiamo fare una squadra adatta a lui. Questo è stato un mercato difficilissimo. Volevo dare e ho dato, anche se avrei voluto farlo prima. Adesso tocca a lui lavorare e dimostrare che possiamo raggiungere risultati, facendo un’annata diversa dalle ultime due".
DIRITTI TV - Conclusa la parentesi Toro, Urbano Cairo si esprime anche su un altro tema, quello dei diritti tv: "Credo che noi abbiamo fatto una scelta legata a una situazione economica diversa e migliorativa di Dazn rispetto a Sky - sostiene il presidente del Torino FC - , che peraltro ha fatto un lavoro eccellente negli anni scorsi. Sky avrebbe potuto, volendo, mettere una cifra non di tanto più importante e si sarebbe aggiudicata i diritti. Non l’ha fatto e ha fatto una scelta evidentemente legata a motivi economici e ha perso un prodotto fondamentale quale il calcio". Queste le parole dell'editore di Corriere della Sera e di La7 che prosegue così: "Credo che Dazn farà bene, chiaramente c’è una fase di messa a punto che credo possa far vedere il calcio nella maniera migliore possibile - prosegue Cairo - . Quello che va ripensato e riconsiderato è il tema legato all’ingresso dei fondi nella Lega Serie A. C'era una trattativa avviata con CVC, Advent e Fsi per farli entrare nella Lega, poi tutto si è congelato".
FONDI - In conclusione, Urbano Cairo affronta anche il discorso risorse: "Peccato perché il calcio ha bisogno di risorse, quel miliardo e 700 milioni potevano essere molto utili, per sviluppare infrastrutture e anche in parte come cuscinetto per i problemi legati al Covid. Non si è fatto e la Spagna, che è molto più avanti di noi con diritti tv esteri da 1 miliardo contro i nostri 2/300, hanno una visione più lucida della nostra e hanno fatto entrare i fondi nella Liga con il 10% pagato 1,2 miliardi. Oggi - conclude il presidente del club granata - quando ci sono momenti di difficoltà bisogna saper rinunciare a qualcosa per inserire gente che portano risorse fresche e capacità manageriali che alla Lega è mancata. Otto/nove anni fa eravamo la seconda Lega dietro la Premier League, oggi ci hanno superato di gran lunga Liga e Bundesliga, quindi c’è un problema manageriale importante che dobbiamo risolvere".
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