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Urbano Cairo rilascia una nuova intervista a pochi giorni di distanza da quella a La Stampa (LEGGI QUI). Il presidente granata ribadisce sulle colonne de La Repubblica che può lasciare il Torino, anche se non a breve termine ma "quando lascerò, lo cederò a chi potrà fare meglio di me". Cairo ha concluso i suoi primi 15 anni da presidente e alla domanda se rimarrà per altri tre lustri alla guida del Torino risponde: "Non esageriamo. Sono molto legato al Toro ma non voglio restare a vita". Il numero uno granata ripercorre, poi, la sua ascesa nel mondo del calcio avvenuta in quella calda estate del 2005. "Ricordo la frenesia: tante cose da fare in poco tempo. Dormivo tre ore per notte, fu l’emozione più intensa della mia vita". E poi dopo 15 anni Cairo traccia un bilancio. "Negativo per i tifosi - dice - . Per me? Io sono contento, ma non sono soddisfatto al 100%. La partenza bruciante con la promozione in A andò oltre le aspettative. Quando ti sopravvaluti però paghi e noi vivemmo un periodo buio: tre anni di A senza infamia né lode, e poi la B annaspando per lo shock. Però, dal nostro ritorno in A, abbiamo fatto ciò che ci chiedono i tifosi: restituire onore al Toro, tornare stabilmente sulla sinistra della classifica, rifare il Filadelfia. Se è rinato mi prendo parte dei meriti: i tifosi lo volevano da 20 anni, ora c'è".
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