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Cairo ricorda Mihajlovic: “Un grande combattente. Affrontava tutto senza timori”
Con un'intervista su La Gazzetta dello Sport, il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha voluto ricordare Sinisa Mihajlovic, tecnico che ha scelto per il dopo Ventura nel 2016 e che ha successivamente esonerato ad inizio 2018, sostituendolo con Mazzarri. "Era impossibile non volergli bene - ha detto Cairo -. Era un grande combattente, dal carattere forte e deciso, ma con un cuore buono e generoso come pochi”.
Il presidente del Torino era in contatto con persone vicine a Sinisa nei giorni precedenti alla sua scomparsa, quindi sapeva già che le condizioni del suo ex tecnico non erano delle migliori: "Da poco avevo purtroppo saputo che le cose stavano peggiorando. Dopo il suo esonero dal Bologna ci eravamo sentiti subito: era come sempre tonico, voglioso di stare meglio per riprendere la sua vita a 360°. Era rimasto sempre lo stesso. Poco prima di sapere del peggioramento delle sue condizioni, avevo proprio pensato a lui. Mi dicevo: ‘Chissà come starà adesso Sinisa’. Poi, giusto nell’ultima settimana, si è aggravato”.
Nonostante l'esonero del 2018, Mihajlovic e Cairo sono sempre rimasti in buoni rapporti e si sentivano spesso. Questo il ricordo del patron granata, sui primi momenti della malattia di Sinisa: "Ricordo dov’ero quando arrivò la notizia: era luglio 2019, andavo al mare dalla mia famiglia. Gli mandai un messaggio per dirgli che, se potevo essere d’aiuto, sarei stato a sua totale disposizione. Mi aveva subito chiamato e siamo rimasti in contatto durante tutto quel periodo di cure. Vederlo riprendersi è stato un sollievo. Ma lui aveva superato quella difficoltà con efficacia perché sapeva motivare tutti, gli bastava una parola per spingere a dare il meglio. Soprattutto sapeva ispirare i giovani, era bravissimo con loro: ha lanciato Donnarumma al Milan e da noi ha fatto esplodere Lukic e fatto fare una grande stagione a Ljajic". Mihajlovic, inoltre, ha deciso di mostrare la sua malattia a tutti, senza paura di risultare fragile. "Voleva dare coraggio così: è stato di conforto a tanti che si sono riconosciuti in lui" ha detto Cairo.
Tra i due correva un ottimo rapporto, sia a livello professionale quando era allenatore, sia a livello umano sino all'ultimo momento. Come dote principale di Mihajlovic, Cairo indica "il coraggio: non sopportava l’idea di arrendersi. Era davvero indomito, nella malattia, ma anche nella sua vita. Non si preoccupava inutilmente, affrontava tutto senza timori. Come allenatore, poi, sapeva come riunire attorno a sé i calciatori, andando sempre all’attacco: il suo calcio era offensivo, arrembante. E poi, da calciatore: rivedere le sue punizioni era sempre un piacere”.
Nel 2021, i due, sul palco del Festival dello Sport di Trento, erano stati protagonisti di un siparietto divertente e Mihajlovic si era mostrato in forma dal punto di vista fisico. "Ci eravamo divertiti insieme - ha ricordato Cairo -. Si era riannodato un bellissimo rapporto, schietto, franco. Mi mancherà molto anche se non ci vedevano tantissimo, ma bastava solo dare un’occhiata a una sua conferenza stampa per rivedere il combattente. Un ultimo messaggio a Sinisa? 'È stato bello conoscerti, mister. E grazie, grazie di tutto'”.
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