Uno show a due voci sul “Tifo più bello del mondo”, questo il titolo dell'incontro organizzato mercoledì sera all'Unione Industriale e che ha visto protagonisti il presidente del Torino Fc Urbano Cairo e il vice direttore de “La Stampa” Massimo Gramellini, autore del libro “Granata da legare”, dalle cui pagine si è preso spunto per discorrere a 360 gradi dell'universo Toro. “Dopo la morte del Grande Torino – ha esordito Gramellini -, salendo a Superga, l'Avvocato disse ai torinesi di stare tranquilli perché in città avrebbe continuato ad esserci una grande squadra. Io credo sia giusto ripetere stasera questa frase...”. Altri riferimenti del giornalista alle vicende di casa Juventus hanno suscitato boati da stadio: “Non sono d'accordo con Ormezzano che vorrebbe giocare il derby in serie B. Io voglio andare in A, il derby lo faremo se verranno su loro!”.
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Cairo: ‘Volevo Tosi e lo seguo sempre’
TOSI NEL FUTURO?
Davanti alla sala del centro congressi stracolma (e con un'altra collegata via televisione), Cairo ha ripercorso le tappe che lo hanno portato alla presidenza: “Perché non sono intervenuto prima? Non c'era mai stata l'occasione fino a quando il sindaco mi ha chiamato la prima volta. Da allora non ho fatto altro che pensare a come prendere il Torino”. Il numero uno granata ha spiegato anche che una delle prime mosse fu cercare d'ingaggiare Doriano Tosi: “Gli chiesi di venire al Toro, ma lui declinò perché aveva un contratto col Modena e mi suggerì il nome di Gianni De Biasi come allenatore”. Una coppia che potrebbe riformarsi sotto il cielo granata molto presto: crollate le azioni di Sartori - “ha la firma facile” - Cairo punta decisamente sul manager artefice insieme al tecnico di Sarmede della cavalcata gialloblù dalla C alla A: “Diciamo che lo seguiamo con molto, molto interesse..”.
QUESTIONE STADI
“Il Filadelfia non può restare in questo stato – dice Gramellini rivolto a Cairo-. Se non uno stadio, non si può perlomeno fare un meraviglioso parco della memoria, come fosse un rudere dell'antica Roma?”. Il presidente granata ribadisce che “in questo momento è tutto in mano al Comune, che dovrebbe riprendere il diritto di superficie dal vecchio Torino Calcio e solo allora si potrebbe ragionare sul che fare”. Poi conferma l'idea di erigere “una struttura degna, con tribune ai quattro lati per almeno 8 mila persone”. Costo dell'operazione: “Dieci milioni di euro. Se pensate che Cimminelli per la cessione dei terreni vicini ha incassato da Bennet e Mocla 25 milioni di euro, altro che stadio si poteva fare...”. Cairo ha rinnovato l'appello “a enti, aziende e fondazioni interessate alla ricostruzione del Fila. Quando il Comune avrà risolto la questione del diritto di superficie se ne potrà parlare tutti insieme”. Il sogno di un quartiere granata resta in piedi. Ma ora si devono fare i conti con la capienza del ristrutturato Comunale: “Purtroppo non supererà i 27 mila per quest'anno – spiega Cairo –. Inoltre, ci sono da mettere in conto due settori ospiti. La prossima estate potrebbero partire i lavori per l'ampliamento, scavando il terreno e aggiungendo delle file davanti, per un massimo di 4/5 mila posti in più”.
“DOMENICA IN 45 MILA!”
“Mercoledì sera – spiega Cairo - abbiamo chiuso la prevendita per Torino-Cremonese a 9 mila tagliandi. Contando una media di 4 mila al giorno nelle prossime 72 ore arriviamo a 21 mila. Più 5 mila alle casse dello stadio domenica, in tutto fa 45 mila persone! Mi ero augurato 60 mila: parlatene a qualche amico e ci arriviamo...”
SCANDALI, IL CATANIA E I RIGORI
A proposito degli scandali del pallone il presidente granata, reduce dalla riunione di Lega, “auspica un rinnovamento profondo di regole e atteggiamenti per ridare credibilità al calcio. Tutto ciò riguarderà anche i diritti televisivi, con una redistribuzione più equa delle risorse e magari il ritorno ai diritti collettivi”. Parlando degli arbitri, Cairo fa riferimento ai due rigori negati da Farina nel ritorno contro l'Atalanta, Gramellini interviene: “Era distratto, stava telefonnado”. Cairo pronto: “Se è per questo il signor De Santis a Catania dopo quattro minuti ci ha fischiato contro un rigore inesistente senza un attimo di esitazione...”
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