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Capitano scagionato perché…

Redazione Toro News

Che giornata rovente, oggi, presso la Procura Federale. L'”imputato” (anzi, il condannato, in prima istanza) Rolando Bianchi assiste all'arringa difensiva degli avvocati Stanchi e Chiacchio. L'”esperto di...

"Che giornata rovente, oggi, presso la Procura Federale. L'”imputato” (anzi, il condannato, in prima istanza) Rolando Bianchi assiste all'arringa difensiva degli avvocati Stanchi e Chiacchio. L'”esperto di lettura labiale” convocato dal Torino FC fa la sua parte. Ma il tutto si svolge in tempi rapidi: i granata vogliono “liberare” il proprio capitano quanto prima. Pia illusione: non sarà così. La FIGC, infatti, si mette di traverso, ed è un suo stesso organo (quale la Procura di Giustizia Federale è) a disarmarla.

"Per prima cosa, infatti, c'é la protesta del Brescia Calcio: la società del presidente Corioni vuole entrare in aula, partecipare alla discussione, mettere in campo il proprio peso. Iniziamo qui ad analizzare il primo stralcio del Comunicato della Lega Calcio: “La Procura Federale eccepisce l’inammissibilità del ricorso presentato dal Torino F.C. S.p.A., in quanto non notificato alla Società Brescia, considerata parte in causa in ragione della segnalazione da quest’ultima effettuata al Giudice Sportivo in relazione al comportamento del calciatore Bianchi”. Ma la i giudici ribattono che il club lombardo deve rimanere fuori: “In merito a tale eccezione, la Corte ritiene che la Società Brescia non sia legittimata a partecipare al processo e che, conseguentemente, il ricorso in questione sia perfettamente ammissibile”. Questo perché un articolo del Regolamento “attribuisce esclusivamente alla società e/o al suo tesserato direttamente interessato, e quindi non già alla società avversaria, la facoltà di depositare presso l’ufficio del Giudice Sportivo una richiesta per l’esame dei filmati di documentata provenienza”; ossia, solo il Torino FC o lo stesso Bianchi potevano avanzare tale richiesta.

"E poi, dopo lunga discussione, Bianchi viene scagionato. Cos'ha detto il bomber, a giudizio della Corte? Non è dato saperlo, anzi: non viene definito. Quel che è sufficiente per liberarlo dalle accuse è, infatti, la constatazione che “le immagini del filmato visionato non consentono, in presenza di varie incertezze circa il labiale, di raggiungere, con ragionevoli connotati di certezza, la prova dell’effettiva pronuncia dell’espressione blasfema addebitata al Sig. Bianchi”. Nel dubbio, dunque, nessuna condanna. E, inoltre, “non è affatto possibile accertare con certezza che il Quarto Uomo, pur essendo vicino al Sig. Bianchi, abbia effettivamente visto e percepito il calciatore nell’atto di proferire la presunta frase blasfema, non riportata comunque a referto o nel rapporto di competenza”.

"Così, Rolando è salvo. E' anche furioso? No, solo molto carico. Questa la sua reazione, affidata alle pagine del proprio sito personale: “Domenica sarò della partita: è adrenalina allo stato puro! Un grazie alla Commissione Disciplinare che ha accolto la nostra istanza nella massima serenità, un grazie a tutto lo staff legale che ha svolto un lavoro straordinario in tempo record", dice il bomber nonostante i tempi di giudizio non siano stati propriamente rapidissimi, che aggiunge: "un grazie alla mia Società, dal Pres. Cairo, al Direttore Petrachi, al Segretario Generale Ienca e a tutti i miei compagni che non hanno smesso un minuto di sostenermi e, dulcis in fundo, un grazie a Voi, perché in queste ore di trepidazione, mi bastava leggere i vostri messaggi per alimentare la speranza. E che a questa grande gioia segua l’APOTEOSI….ce la metteremo tutta!’’.

(foto M.Dreosti)