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Questa riflessione è sorta spontanea, ahimè, vedendo distrattamente scorrere alcune immagini del match di Champions' League dell'altroieri,...
"Questa riflessione è sorta spontanea, ahimè, vedendo distrattamente scorrere alcune immagini del match di Champions' League dell'altroieri, giocato nel famigerato Stadio che, in un modo o nell'altro, il Comune di Torino ha contribuito a regalare alla seconda squadra di Torino (o la prima di Venaria, che dir si voglia). A memoria, mi era immediatamente parsa un'affluenza da record negativo, ed infatti andandomi a controllare le cifre ho potuto constatare che in quell'occasione i "simpatici" spettatori bianconeri sono stati meno di 30mila, una cifra superiore all'intera capienza dello Stadio Olimpico, ma senza dubbio inferiore alla loro media, che recita, all'incirca, il costante tutto esaurito.
"E NOI? - Poiché se osservo cosa accade "dall'altra parte" lo faccio solo ed unicamente per cercare di cogliere spunti per interpretare la "nostra" realtà, contrariamente a quanto possa pensare qualcuno dei nostri lettori che non ha perso l'occasione per rivolgermi privatamente (ma neanche troppo) cordiali improperi, mi è sorto naturale innanzitutto interrogarmi: ma se il Toro un giorno giocasse la Champions' avete idea di cosa potrebbe succedere? Non ci è voluto molto per rispondermi da solo: sono paragoni che non si possono fare, per una serie di motivi che potrei elencare in altra sede.
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"CHI CI GUADAGNA? - Ma un altro interrogativo, forse più calzante, è stato: chi ci guadagna da uno Stadio vuoto? E la risposta, questa volta, è stata semplice e chiara: nessuno. Ebbene, mi stavo sbagliando. Perché nel caso del match contro gli ucraini dello Shaktar l'altra squadra di Torino ci ha guadagnato eccome, portandosi a casa addirittura il quinto incasso totale dall'inaugurazione in poi, più di un milione e mezzo di Euro! Il trucco è presto svelato, i prezzi erano altissimi, la Società si è fatta due conti e, potendo contare sul tutto esaurito in pressoché qualsiasi partita di campionato, dando inoltre per scontata, trattandosi di un martedi, una significativa riduzione del consueto esodo verso Venaria, ha deciso di raccogliere un bel gruzzolo dalla vendita di pochi tagliandi.
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"CORNUTI E MAZZIATI - Dov'è il problema, allora? Anche il Torino pare avere "brillantemente" adottato il medesimo accorgimento, potremmo immediatamente pensare. Del resto, Inter a parte, l'Olimpico è difficile vederlo pieno ed anche noi possiamo vantarci di vendere i biglietti a caro prezzo, nonché di aver previsto per i nostri abbonamenti il quarto prezzo più alto d'Italia, dopo Juve, Napoli e Pescara (già, Pescara...). Ebbene, guardando i dati la sensazione è, ahimé, quella di essere stati, mi perdonerete il termine, "cornuti e mazziati". Cornuti perché l'ingresso all'Olimpico, così come l'abbonamento, è proposto a cifre, di fatto, fuori mercato. Mazziati perché dopo il calvario della B, condito dai prestigiosi match contro AlbinoLeffe e Portogruaro, Juve Stabia e Gubbio, il Torino si sarebbe meritato una cornice di pubblico adeguata ed è troppo comodo sostenere, come hanno fatto anche alcuni miei autorevoli "colleghi", che la colpa è della crisi economica, che la Società ha fatto quanto ha potuto e che bisogna prendersela con la Tessera del Tifoso, o qualche arrampicata sugli specchi della medesima portata.
"FACCIAMO DUE CALCOLI - Facendo due calcoli, persino io che sono sempre stato ben più che disastroso con la matematica, ho provato a venire, forse un po' rozzamente, almeno parzialmente a capo della questione. I numeri sono impietosi, ed è sotto gli occhi di chiunque si cimenti in questa avventura come uno Stadio senza seggiolini vuoti, oltre ad essere più bello e degno del colore della maglia di chi vi gioca, è anche più redditizio e, in prospettiva, vale anche l'investimento di una politica adeguata di riduzioni. La Società parrebbe avere parzialmente recepito questo orientamento relativamente alla gara di domenica, avendo finalmente predisposto sia la riduzione per le donne che quella per gli under 16, ma anche in questo caso siamo di fronte ad un'illusione ottica. Se i prezzi pieni delle curve ammontano a 20 euro, sui ridotti, proposti a 15, si scontano soltanto 5 euro ed una "famiglia tipo" si trova ancora una volta a dover sostenere una spesa di 50 euro per una partita come quella contro il Cagliari per la quale l'obiettivo primario della Società dovrebbe essere quello di incoraggiare tutti i tifosi a partecipare in massa. Persino 10 euro, forse, potrebbero dirsi troppi per un biglietto ridotto in una partita del genere, 15 diventano francamente addirittura assurdi, già partendo da una base troppo elevata.
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"ED IL RESTO... - La politica dei prezzi della biglietteria, peraltro, è solo uno dei (purtroppo) tanti aspetti nei quali si manifesta la scarsa lungimiranza della Società, ed in particolare del proprio settore marketing. Non vi siete mai interrogati se sia accettabile che una Società di Serie A non offra la possibilità ai propri tifosi di potersi comprare nemmeno uno straccio di maglietta, una bandiera, una sciarpa, un qualsasi gadget originale, nello Stadio dove gioca le proprie partite? Credete che anche in questo c'entri la crisi economica o, più banalmente, non sia piuttosto una questione di disorganizzazione? Il marchio del "Torino FC", inteso proprio come brand commerciale, purtroppo, è poco presente (per non dire quasi del tutto assente) proprio a Torino, dove a rammentare anche i non tifosi (che forse sono quelli cui bisognerebbe mostrare, più che ad ogni altro, chi si è e cosa si rappresenta...) dell'esistenza della Società sono una targhetta microscopica in Via Arcivescovado ed un negozio ufficiale che rappresenta una sorta di oasi nel deserto. Per il resto, nessuna attività promozionale della biglietteria, nessuna iniziativa di marketing sul territorio, un settore giovanile che, pur di eccezionale valore tecnico, non riceve alcuna valorizzazione d'immagine.
"LA PUNTA DI UN ICEBERG - Quello dei biglietti assurdamente costosi, su queste premesse, mi pare addirittura la punta dell'iceberg, è tutto il ghiaccio sotto che fatica a sciogliersi ed anche da questo punto di vista TN cercherà di dare il proprio contributo. Ma serve l'iniziativa di tutti voi, di quelli che hanno vissuto l'atmosfera del Filadelfia e del "vero" Comunale, o che perlomeno l'hanno sentita raccontare, quelli per i quali il Torino è ben più che una Società per Azioni di cui far quadrare il bilancio, dovere comunque assolto in maniera accettabile da dirigenza e proprietà.Il Torino è molto di più, il Torino siete voi e siamo noi, ed abbiamo bisogno anche delle vostre iniziative cui dare voce. Vi abbiamo lanciato il sasso e non nasconderemo la mano.Diego Fornero (Twitter: @diegofornero)
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