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Caso Lazio-Torino, la Procura federale archivia l’indagine: “Nessuna slealtà dei granata”
Si è ufficialmente concluso il caso Lazio-Torino. Lo scorso 2 marzo i granata - seguendo le direttive dell'Asl di Torino - non si presentarono a Roma per la gara con i biancocelesti a causa del focolaio Covid scoppiato nella squadra allenata da Davide Nicola. L'Asl Città di Torino dispose la quarantena domiciliare per tutto il gruppo squadra granata, fino alla mezzanotte del 2 marzo, impedendo così al Torino di poter partire per Roma. Nei mesi successivi il club granata, difeso dall’avvocato Edoardo Chiacchio, ha sempre vinto la querelle giudiziaria avviata dalla Lazio in cui il club biancoceleste richiedeva il 3-0 a tavolino. Sull’operato dei granata vennero gettate numerose ombre: il dispositivo della Corte Sportiva d'Appello, in quei giorni ancora presieduta da Piero Sandulli, fece emergere sospetti di scarsa chiarezza e lealtà sportiva da parte del Toro, la cui azione venne messa in discussione a causa della comunicazione dell’Asl 1 di Torino che arrivò poche ore prima del calcio d'inizio del match. I dubbi di Sandulli sulla condotta del Toro portarono all’apertura di un’inchiesta da parte della Procura Federale, archiviata nella giornata di ieri. Proprio la Procura Federale ha infatti comunicato che "le indagini relative al procedimento in ordine al comportamento della società Torino evidenziato dalla prima sezione della Corte sportiva di Appello nazionale sono concluse e che, allo stato, non sono emerse fattispecie di rilievo disciplinare". Il procuratore federale Giuseppe Chiné ha condiviso il provvedimento con la Procura Generale dello Sport prima di "disporre l’archiviazione del procedimento" e dunque ha escluso ogni responsabilità da parte del club
granata.
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