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toro
Prendendo a prestito un'espressione del collega Nesti, ultimamente parliamo del campionato 2009-2010, che comunque vada non sarà magari “un successo” ma indimenticabile, nel bene o nel male, lo sarà senza dubbio, come del campionato dei “molti Tori”. Il primo Toro: quello del mese d'apertura, quello “troppo forte per questa Serie B”, quattro vittore e tre 3-0 nelle cinque gare iniziali, quello di capitan Di Michele finalmente maturo. Quindi, il secondo Toro: quello che smarrisce se stesso e si perde in un vortice di equivoci e incomprensioni e che con il Crotone giunge al proprio capolinea. Il terzo, con Beretta: le settimane di follia, l'addio di Foschi e l'arrivo -con petardi- di Petrachi. Quindi, il quarto Toro, quello nuovo: nuovo davvero, nuovo di pacca, una rivoluzione mai vista, i ragazzetti intraprendenti che corrono come matti e vincono -finora- il girone di ritorno. Fino a che iniziano a perdere qualche colpo, a non farcela più.E adesso, a cosa siamo di fronte? Al quinto, ossia la crisi dei protagonisti del quarto, o è solo un momento passeggero? C'é ancora il tempo perché il gruppo del Colantuono-bis si risollevi, e torni a correre come riusciva nelle scorse settimane, o vedremo, appunto, un quinto Toro che forse non vogliamo vedere? La gara di Crotone, un girone dopo quel giorno che segnò l'inizio di un delirio da cui fu faticoso riprendersi, dirà molto. Il Toro, oggi, affronterà molte difficoltà. Sono difficoltà oggettive: falcidiato dalle assenze, tra cui il leader della difesa e il leader della squadra tutta, con infortuni di giocatori tatticamente fondamentali e risultati alle spalle che non accendono l'entusiasmo. Lasciamo da parte la ritrita storia della stanchezza, perché in fondo ci sfuggono i motivi per i quali le concorrenti dovrebbero essere più riposate dei granata.Eppure, la trasferta calabrese dirà molto perché capiremo se il Toro è ancora quello che tanto è piaciuto negli scorsi mesi, dal momento che quella squadra si esaltava nelle difficoltà: vincendo senza Bianchi, con i denti stretti, vincendo in inferiorità numerica, come a Modena o con la Triestina. Se anche oggi i granata sapranno reagire all'assenza di sei titolari, contro un'avversaria in forma e pericolosa, allora sapremo che il quarto Toro c'é ancora, e saprà correre fino alla fine, provandoci. E la speranza rimarrà accesa per tutti i tifosi, che avevano sotterrato l'ascia di guerra proprio perché avevano visto dei ragazzi dal grande cuore. All'ipotesi contraria, almeno per qualche ora, preferiamo non pensare neppure.
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