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Cerci e Immobile: un gol per entrare nella storia granata

Gino Strippoli
Gino Strippoli Condirettore editoriale 
Il Derby una parola che è sfida tra le sfide tra due compagini della stessa città, dove il duello per la conquista di un pallone, e di infilarlo in una rete, si è sempre specchiato...

Il Derby una parola che è sfida tra le sfide tra due compagini della stessa città, dove il duello per la conquista di un pallone, e di infilarlo in una rete, si è sempre specchiato e rovesciato nello scontro sociale di una città come Torino che ha ben vissuto nella sua storia la lotta di classe. E lo spiegò molto bene Mario Soldati nel suo romanzo del 1964 intitolato “ Le due città”…..attraversarono piazza Vittorio, Emilio, era per la Juventus, la squadra dei gentlemen, dei pionieri dell’industria, dei gesuiti, dei benpensanti, di chi aveva fatto il liceo: dei borghesi ricchi. Girando era per il Toro, la squadra degli operai, degli immigrati dai vicini paesi o delle province di Cuneo e di Alessandria, di chi aveva fatto le scuole tecniche: dei piccoli –borghesi e dei poveri.”Oggi chiaramente è venuto meno per certi aspetti questa differenza di classe tra i tifosi ma la storia non dimentica mai l’origine di ogni nascita e al sottoscritto essere dalla parte degli indiani ha sempre riempito d’orgoglio. Già l’orgoglio di sentire il sangue pulsare nelle vene e che ad ogni derby tuona sempre più forte. Il primo derby non si scorda mai. Era la stagione 1970 – 71 allenatore Giancarlo Cadè. Mi portò mio padre, fu anche la stagione dove vidi il Torino a Marassi vincere la Coppa Italia. La stracittadina, ricca di emozioni finì, 3 a 3 con gol di Capello, doppietta di Bottega, doppietta di Cereser ( due rigori) e gol di Rampanti. Ricordo ancora il definitivo pareggio di “Trincea” su rigore. C’era già Pupi in coppia con Bui, capitan Ferrini, Castellini, Fossati e altri granata. Ma siamo all’oggi e domani il Toro dovrà fare il “Toro” in ogni senso, con l’impeto giusto, la grinta più eccelsa, la fame operaia, l’energia di chi vuole sovvertire il pronostico di squadra più debole.Ma il Toro non potrà mai essere più debole della Juventus, fosse più debole sarebbe già scomparso. Il Toro è forte dei suoi tifosi, della sua storia, della sua Maratona,di  chi si piega ma non si spezza!  Alle 12.30 molti spereranno che Immobile faccia il Graziani e Cerci il Pulici castigando la ‘goba’ma i due soprattutto dovranno sopratutto fare l’Immobile e il Cerci dannandosi l’anima per portare alla vittoria il Toro ed entrare nella storia granata. Già, perché chi segna nel derby con la maglia del Toro entra  di diritto nell’Olimpo degli dei, chiedere a Torrisi e a Bonesso, che non hanno fatto una grande carriera a livello di presenze in maglia granata ma tutti li ricordano non solo con piacere ma con gioia infinita.  La trincea granata dovrà essere di quelle invalicabili, sia essa formata da Glik, Rodriguez e Moretti  o con Bovo al posto di Rodriguez. Tevez, Vucinic  o Quagliarella possono essere fermati come Puia, Zecchini, Cereser, Fossati facevano con i vari Anastasi, Bettega e Capello. Molto importante sarà il lavoro a centrocampo di Vives, Brighi e El Kadduori. Soprattutto l’algerino , se giocherà dovrà fare molto bene la fase di copertura soprattutto sugli sganciamenti di D’Ambrosio proprio per evitare ripartenze veloci bianconere.C’è la voglia di far bene, nei ragazzi di Ventura, e lo stesso mister ci tiene a regalare un importante prestazione condita magari da una vittoria. Gino Strippoli